EIKON N.9

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EIKON CITYMAGAZINE Eventi_Informazione_Cultura FREE PRESS - Luglio/Agosto 2010

PIETRO NEGRI EDITORE

N.9



EIKON CITYMAGAZINE Eventi_Informazione_Cultura

FREE PRESS - Luglio/Agosto 2010

N.9

In copertina: Opera di Ezio Fantin “Esondazione urbana” Olio su tela 30x40

EIKON

SOMMARIO

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02. IL RESTAURO DEL TEMPIOCHIESA DI SANTA CORONA PIETRO NEGRI EDITORE

N. 9 Luglio - Agosto 2010 Bimestrale gratuito di informazione e cultura Pietro Negri Editore pietronegrieditore@alice.it Direttore responsabile Maria Elena Bonacini Redazione Laura Leone Anna Maria Ronchin Collaboratori: Barbara Vincenzi Lorena Zanusso Marta Longo Monica Martins Alessandra Dal Vecchio Lori Adragna Graziella Zardo Arch. Gianni Riva Maria Rita Montagnani Stampa Grafiche Corrà Arcole (VR) Copie 5000

Dal mese di aprile 2009 sono iniziati i lavori di ristrutturazione della Chiesa- Tempio di Santa Corona che prevede molteplici interventi di risanamento conservativo

08. DI RESTAURO IN RESTAURO

L’Amministrazione comunale di Vicenza ha intensificato in questi anni l’attività di restauro dei beni artistici e architettonici iniziato con il restauro della Basilica Palladiana, ancora in fase di ultimazione, e proseguito con il restauro del Complesso di Santa Corona, il restauro conservativo di Palazzo Chiericati, l’intervento di adeguamento statico di Palazzo Cordellina e del Conservatorio di San Domenico e la manutenzione della cinta muraria medioevale.

16. RECENSIONE ARTISTI Vito Giarrizzo - di Barbara Vincenzi Ezio Fantin - Finalista Premio Afrodite

20. MOSTRE IN CORSO

“Pour Femme” - Misael Cultural Space - Vicenza “La Pietra e il Leone” - Palazzo Montanari Vicenza

24. PROSSIMI EVENTI

“Stanley Kubrik fotografo” - Palazzo Cavalli Franchetti - Venezia Van Gogh al Vittoriano - Roma

27. IN LIBRERIA L’Editore si dichiara pienamente disponibile a regolare eventuali pendenze relative a testi, illustrazioni e fotografie con gli aventi diritto che non sia stato possibile contattare. Eikon Magazine E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi e immagini presenti su tutta la rivista Supplemento della testata Museohermetico Reg. Trib. VI. 1115 del 12.09.2005 roc n. 13974

Eikon Magazine è un prodotto

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“Enigma Caravaggio”

28. UN FILO LUNGO UN SECOLO ll periodo storico che fa da sfondo a questi movimenti artistici è del tutto inconsueto rispetto ai secoli precedenti: in breve lasso di tempo si sconvolgono le basi su cui era fondata la Società e si passa dalla decadenza nobiliare all’egemonia borghese ed quindi alla presa di coscienza sociale della classi operaie e contadine determinata dalla Rivoluzione Industriale e dalla nascita del Socialismo.

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2 . R E S TAU R O D E I M O N U M E N T I

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LA CHIESA-TEMPIO DI SANTA CORONA: dalla rinascita della società medioevale all’attuale ristrutturazione

LA LOTTA ALL’ERESIA Titolari del Tempio furono da subito i frati domenicani fortemente impegnati in un’intensa opera di studio e di predicazione. Determinante fu il ruolo da essi assunto nella lotta all’eresia; Bonifacio VIII con la Bolla del 1303 trasferiva proprio a S. Corona il Tribunale dell’Inquisizione. La forte valenza civica oltre che religiosa di questa chiesa-simbolo della rinascita comunale vicentina (per quanto in breve durata visto il succedersi in poco più di un secolo di tre dominazioni), trova conferma negli Statuti del 1264 in cui ufficialmente veniva decretata come il luogo dove celebrare la festa della città. Gli edifici conventuali, semidistrutti dai bombardamenti del 1944, comprendevano il dormitorio, un’ampio chiostro e un refettorio del sec. XV e l’importante biblioteca, che si sviluppava in un grande salone a tre navate. Esisteva inoltre la foresteria e un secondo chiostro ascrivibili ai sec. XVII-XVIII. Particolarmente importante fu l’apostolato dei frati domenicani, impegnati anche nella diffusione di alcune devozioni tra cui, oltre alla S. Spina, vanno ricordate la Madonna della Neve, introdotta già dal sec. XIV, e la Vergine del Rosario a cui fu dedicata una cappella e successivamente un oratorio. Quest’ultimo, gestito dall’omonima confraternita, fu distrutto nel 1812 in seguito alla sovversione della stessa. I Domenicani officiarono la chiesa fino al 1810, quando, per decreto napoleonico furono costretti a lasciare il convento, nonostante la presenza di 22 frati dimostrasse la piena attività della comunità vicentina.

L’Amministrazione comunale di Vicenza dal mese di aprile 2009 ha dato il via al progetto di ristrutturazione della Chiesa- Tempio di Santa Corona che prevede molteplici interventi di risanamento conservativo degli ambienti e di recuperi prestigiosi di opere monumentali, contenute nelle cappelle radiali e nella Cripta, per riportarle agli antichi splendori. La Chiesa- Tempio racchiude 750 anni di storia medievale, rinascimentale, barocca e di altri periodi storici prestigiosi avvenuti nel corso dei secoli fino ad oggi per ricordare la “testimonianza della Fede tra l’Uomo e Dio” attraverso la presenza della famosa ”Reliquia della Sacra Spina della Corona di Cristo”, di cui Vicenza si vanta con emozione e fierezza. L’ultimazione delle opere è prevista nell’autunno del 2011, ma la presenza di altri stralci progettuali di recupero dei chiostri e della biblioteca, a completamento di tutto il complesso religioso, farà procrastinare i tempi di chiusura dei lavori. La chiesa evoca sia la storia medievale durante la dominazione carrarese e scaligera, seguita da un periodo ricco e fiorente del potere veneziano, sia la vivace determinazione dell’ordine Domenicano nel debellare le eresie dei Catari diffuse nella città. Essa racchiude, come in uno scrigno, le celeberrime opere pittoriche rinascimentali di G. Bellini, L. Veneziano, M. Fogolino, B. Montagna, Veronese, A. Maganza e G. Pittoni e pregiati repertori artistici, ora tutti custoditi nel Museo Diocesano, che rappresentano la sensibilità religiosa dei Vicentini e la presenza di una società colta che ha saputo conservare e trasmettere ai posteri modelli e tradizioni di estrema finezza intellettuale.

Eventi e rinascita della società vicentina nel medioevo. Vicenza, intorno al Mille, è circondata da mura di cinta ed è organizzata sulla base di un impianto urbanistico ordinato: si ricostruiscono le case e si completano le aree interne per dare una nuova funzionalità disciplinata alle esigenze dell’uomo. Si aprono nuove relazioni commerciali con Venezia, fioriscono nuove attività artigianali e si verifica un progressivo aumento demografico. La città si adegua ad altre città del territorio veneto e le sue mura si accostano nell’immaginario collettivo all’idea del castello di feudatari e vescovi. Nei documenti del 1074 compaiono cinque accessi alla città: Porta San Felice, Porta San Pietro, Porta Nuova, Porta Berga e Porta Pusterla, successivamente utilizzate per accedere agli ampliamenti delle dominazioni carraresi, scaligere e veneziane. Il periodo di pace ben presto viene interrotto dalle lotte per le investiture. Guelfi e Ghibellini danno il via ad una serie di sanguinose lotte per il potere. Vicenza si schiera contro Federico Barbarossa e combatte a Legnano per “l’onore e la Libertà d’Italia”. Solo con la Pace di Costanza (1183) Vicenza diviene “Libero Comune” e definisce il suo governo guidato da un Podestà, da un Consiglio Maggiore formato da 400 membri e da un Consiglio Minore di 40 membri. I Consoli al tempo erano votati dal popolo ed esercitavano il potere assieme ai Tribuni e ai Rappresentanti delle nobiltà. Il Vescovo era il rappresentante del regime feudale: egli si considerava arbitro e Signore in virtù della sua elevata autorità e dignità sacerdotale. Vicenza esce da questo periodo luttuoso e crede in una sorte migliore quando stringe un patto di fratellanza con Treviso e Verona, così passa nel 1236 sotto il dominio di Ezzelino III da Romano, stirpe dei Carraresi, vicario di Federico II di Svevia, potente signore di Belluno, Trento, Bassano, Verona, Padova e Brescia. Egli rappresenta il partito imperiale del Ghibellini e durante il sofferto dominio la popolazione gli riconosce significativi meriti: la diffusione della cultura letteraria, la produzione di storie e cronache locali, l’interesse e l’approfondimento della Fisica, la ricostruzione della città nelle aree fatiscenti dallo stile romanico e la realizzazione di nuove contrade. Tale sensibilità si accosta alla sfera 1.


intellettuale di Federico II (1194-1250) che, divenuto re d’Italia, diffuse con successo l’interesse del mito classico e introdusse nuovi modelli di cultura nella cerchia intellettuale dell’Italia Meridionale, centro del suo potere. Vicenza segue questi modelli e li interpreta secondo la tradizione locale: apre nuovi orizzonti alla cultura antica e potenzia la già esistente università (1204) subordinata a Padova. Il ritorno alla classicità consolida basi e funzioni ideologiche tra il passato e il presente, contribuisce a mutare l’aspetto sociale, morale, religioso dei cittadini e ha rigenerato l’architettura sostenendo soprattutto modelli cistercensi, diffusi dai monaci d’oltralpe che fin dal sec. XII tessevano fitti rapporti e vantaggiosi contatti con gli altri popoli per favorire la diffusione degli ordini religiosi. Il loro stile architettonico partiva dalla cultura e dell’estetica romanica: facciata semplice, sormontata da un timpano, tipologia a tre navate, un semplice coro rettangolare, assenza di campanili per dimostrare i principi ideali di povertà e di rigorosa severità di linee. Questa architettura, dai risultati semplici ed economici, conferma alcune caratteristiche costruttive nel periodo gotico e la sua divulgazione è più visibile nelle campagne che nelle città. Nell’ambito vicentino hanno sostenuto queste innovazioni gli ordini Francescani (1280) nella Chiesa di San Lorenzo, gli ordini Domenicani (1260) nella Chiesa di Santa Corona e gli ordini Agostiniani (1264) nella Chiesa di San Michele.

Nascita della Chiesa di Santa Corona nel contesto storico e sociale. Ezzelino III dopo aver subito la sconfitta a Cassano d’Adda, nel tentativo di conquistare Milano e sconfiggere le armate guelfe, viene fatto prigioniero a Soncino nel cremonese dove muore il 27 settembre del 1259, in seguito alle gravi ferite riportate. Vicenza esulta alla notizia e si riorganizza politicamente ed ecclesiasticamente. Il papa Alessandro IV nel 1255 aveva già nominato vescovo di Vicenza Bartolomeo da Breganze, dell’ordine dei Domenicani, figura dotta e di grande prestigio che non volle esercitare subito le sue mansioni nella diocesi per evitare i contrasti con il regime imperiale. Nel frattempo incarichi diplomatici lo avevano portato nelle corti inglesi e francesi e in un’ultima fortunata tappa Luigi IX, re di Francia, gli dona la “Spina della Sacra Corona di Cristo”.

Solo dopo la morte di Ezzelino III, vicario imperiale, il vescovo rientrò a Vicenza (1260) e Guido da Porto, procuratore del Comune, acquistò terreni verso la zona dell’”Isola”prospiciente il Bacchiglione per erigere la chiesa in onore della preziosa Reliquia, Santa Corona. L’ingresso dei Domenicani nel luogo prescelto contrastò drasticamente il dilagare delle eresie e favorì la cacciata definitiva dei Catari e degli usurai. A Vicenza i movimenti eretici erano molto diffusi: i Catari desideravano una chiesa meno gerarchica, negavano l’autorità del papa e godevano del sostegno del popolo. Nel XVI sec. prenderà piede anche la Riforma Luterana, ma troverà spazio solo nel ceto nobile, in quanto Lutero credeva che il fedele dovesse interpretare da solo le scritture: ciò spiega il largo condenso nelle classi sociali più elevate e colte. La chiesa è adiacente al vecchio decumano romano ed è collocata in luoghi strategici come la Chiesa di San Lorenzo, presenziata dagli Ordini Francescani e la Chiesa di San Marco, presenziata dall’Ordine Agostiniano. La fortunata posizione è dovuta al fatto di trovarsi in una zona di maggior affluenza di mercanti e di maggior produzione artigianale. Le tre chiese si posizionano in forma triangolare vicine a Porta San Pietro, Porta Nuova e Porta Berga, con al centro il “Peronio”, attuale Piazza dei Signori. Esse vengono ricordate per aver prestato assistenza ai ceti sociali più bisognosi, per aver instaurato relazioni con la popolazione, per aver moltiplicato le architetture in nuovi luoghi e borghi per aver divulgato la cultura. I tre ordini religiosi vivevano di proventi, di elemosine e agivano all’interno della città rispettando un reciproco accordo di confine dei luoghi. Il popolo si sentiva più vicino ai frati e più distante dalla gerarchia ecclesiastica che non aveva mezzi sufficienti per intrecciare rapporti con la gente. Il vescovo era arroccato nel suo castello e vantava l’autorità e il potere, diversamente dai frati che s’inserivano tra i 2. poveri con opere di carità. Una particolare attenzione viene rivolta ai Domenicani considerati colti e di spiccate inclinazioni a divulgare tra i cittadini la cultura tardo latina, ma non classica, e la lingua volgare (si ricorda Dante Alighieri 1265 – 1321 e il breve soggiorno vicentino di Petrarca nel 1351). La civiltà del tempo leggeva il latino come linguaggio grammaticale, giuridico e liturgico, pertanto era considerato dotto, mentre il volgare era la lingua condivisa da persone meno colte. 3.

Jacopo Bassano, “Fuga in Egitto”

Jacopo Bassano, “Santissima Trinità”


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8 . R E S TAU R I I N C O R S O UNA NUOVA IMMAGINE L’Amministrazione comunale di Vicenza, in concomitanza con il 500° anniverario della nascita di Andrea Palladio, ha intensificato l’attività di restauro dei beni artistici e architettonici iniziato con il restauro della Basilica Palladiana, ancora in fase di ultimazione, e proseguito con il restauro del Complesso di Santa Corona, il restauro conservativo di Palazzo Chiericati, l’intervento di adeguamento statico di Palazzo Cordellina e del Conservatorio di San Domenico e la manutenzione della cinta muraria medioevale. La città punta a valorizzare al massimo i suoi tesori architettonici al fine di allargare l’offerta di itinerari turistici e far emergere l’immagine di un passato non solo legato alle opere del Palladio, ma anche di quello di altri architetti e artisti non meno importanti dal punto di vista artistco e culturale. Il restauro della Basilica aprirà certamente una nuova prospettiva verso il lato di Piazza Erbe che conduce a Porton del Luzo e ponte Furo, mentre il Complesso di Santa Corona diventerà probabilmente il secondo polo civico della città con la realizzazione di una sala conferenze e locali per le associazioni. C’è molta attesa per il restauro di Palazzo Chiericati, sede dell’importante e poco valorizzato Museo Civico, ricchissimo di opere di grandissimo valore che partono dal XII secolo e che da molti anni attende un intervento di riqualificazione e allargamento degli spazi della pinacoteca. I lavori di restauro della Basilica sono quasi ultimati e si attende ancora di di vedere come verrà restituito al pubblico l’eccezionale ritrovamento archeologico in corte dei Bissari che ha comportato una radicale revisione delle previsioni progettuali sia in termini di consolidamento delle fondazioni della Domus, sia per lo studio di una nuova organizzazione dello spazio al di sotto della corte.


M.A.XXI BASILICA La basilica del XXI secolo Il comune di Vicenza cerca un professionista esperto in marketing culturale, in management e in raccolta fondi per grandi eventi, che metta a punto uno studio di fattibilità per la gestione e la sostenibilità della futura Basilica Palladiana, che nelle intenzioni dell’amministrazione dovrà essere, nel momento in cui termineranno i lavori ossia nella primavera del 2012, un centro culturale da collocare in un contesto nazionale e internazionale, una vetrina delle eccellenze del tessuto produttivo vicentino. Le parole d’ordine di questo laboratorio di proposte dovranno essere innovazione e creatività.

Interno della sala principale Basilica Il bando per individuare questa figura professionale, che affiancherà il tavolo di lavoro, coordinato dall’assessore alla cultura Francesca Lazzari, scadrà il 25 agosto, obiettivo sarà dare alla Basilica funzioni culturali innovative, ma anche un preciso assetto giuridico, amministrativo e gestionale. Nella prima fase dell’incarico il professionista dovrà fornire gli elementi per la sostenibilità economica dell’intero complesso, oltre alla Basilica anche il sistema delle piazze, individuando, altresì, gli spazi a destinazione commerciale e terziaria, e l’eventuale connessione con l’attuale palazzo degli uffici, una volta che lo stesso sarà ceduto ai privati con una destinazione diversa rispetto all’attuale. Spetterà a questo manager produrre un documento che definisca identità e funzione del futuro centro culturale della Basilica rispetto alle politiche di sviluppo della città in campo culturale, turistico, economico e sociale. TVA Vicenza


Palazzo Chiericati Il progetto di restauro comprende un programma di interventi per il risanamento conservativo dell’immobile e il recupero di nuovi spazi da destinare a pinacoteca. E’ previsto infatti un raddoppio della superficie dello spazio espositivo e una trasformazione radicale dell’allestimento al fine di poter mettere in mostra capolavori ancora stipati nei depositi o prestati ad altre istituzioni. Il programma dei lavori prevedono un primo intervento già iniziato nel 2009 per un importo di 2 milioni e 500 mila euro che riguarda il palazzo cinquecentesco. Il restauro renderà visibili nuovi ambienti di notevole pregio architettonico ed archeologico che non sono mai stati utilizzati fino ad ora. Un secondo intervento è previsto tra il 2010 e il 2011 e interesserà l’ala Ottocentesca, e infine si passerà alla ristrutturazione dell’ala Novecentesca tra il 2012 e il 2013 per un costo stimato che non è stato ancora quantificato poichè in questi mesi estivi si sta redigendo la progettazione definitiva, ma che supererà certamente i 2 milioni di euro. La progettazione dello spazio museale verrà introdotto da una copia della pianta angelica, una sorta di porta della città posta all’inizio del percorso espositivo che conterrà anche i lunettoni del Podestà e la grande sala che evocherà la distrutta Chiesa di San Bartolomeo e il suo inestimabile ciclo pittorico. Il progetto prevede il ripristino di spazi essenziali per il funzionamento del Museo e l’accoglienza dei visitatori. L’ingresso della Pinacoteca è stato ridisegnato e accanto all’accoglienza ci sarà un bookshop, il bar, gli spazi per le esposizioni temporanee, mentre al piano ammezzato saranno disposte le attività direzionali, gli uffici, la biblioteca, i depositi dei disegni; il piano superiore ospiterà la nuova galleria che seguirà un concetto espositivo in linea con gli attuali standard museali.

Paolo Caliari, detto il Veronese, “Madonna con Bambino tra San Pietro e Santa Caterina” Museo Civico di Palazzo Chiericati


Conservatorio di San Domenico Il progetto è stato realizzato dall’AMCPS di Vicenza. Nell’immagine 1 e 2 particolari delle tavole di presentazione del progetto approvato e facciata della chiesa dopo il restauro. Nell’immagine 3 e 4, opere di Alessandro Maganza (1548 - 1642) la cui scuola ha realizzata le tredici tele che decorano il soffitto e la parete dell’altare della chiesa.

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Il progetto di restauro dell’antica Chiesa di San Domenico ha permesso di realizzare un piccolo auditorium della musica in grado di ospitare 70 spettatori. La chiesa fa parte del complesso edilizio di proprietà comunale che ospita il Conservatorio Arrigo Pedrollo. L’intero complesso, annesso al convento di San Domenico del XII secolo costruito su preesistenze del secolo precedente, versava in condizioni di completo abbandono dopo un secolo e mezzo di uso a caserma e poi di palestra di una scuola. La chiesa era in origine un edificio gotico, a pianta rettangolare, con una navata unica e con grandi capriate lignee mascherate in seguito da un pregiato soffitto a cassettoni, ma poi ha subito importanti interventi di restauro nel corso del tempo, a partire dal 1400. Nel 1998 era stato rifatto il manto di copertura ed erano state consolidate le strutture lignee portanti. Sul soffitto erano presenti 13 tele dipinte da Alessandro Maganza (1556 - 1630) e della sua scuola che sono state smontate e posate a terra. Il progetto di restauro complessivo di 1.766 milioni di euro è stato finanziato per un milione di euro dalla Fondazione della Cassa di Risparmio mentre i rimanenti 766 milioni sono stati finanziati dalla società autostrada di Brescia, Verona, Vicenza e Padova. Il restauro è iniziato nel 2008 e si è concentrato sul recupero dell’involucro edilizio e dell’apparato decorativo originale. Gli intonaci interni ed esterni sono stati rifatti e il portale principale è stato ripulito. I tredici dipinti ad olio sono in fase di restauro. Sei sono già stati consegnati negli scorsi anni e conservati nella chiesa di S. Maria Nova e solo recentemente sono stati ricollocati nella loro sede originale. Le altre sette tele, composte da tre pale d’altare e il fregio perimetrale, sono stati restaurati nel corso dell’attuale intervento di recupero e presto saranno disponibili e ricollocate sul soffitto della chiesa. La realizzazione dell’auditorium e della sala musica ha comportato lo studio di un sistema impiantistico particolare e l’installazione di elementi fonoassorbenti integrati all’interno di una pedana lignea appoggiata sul pavimento e di una bussola di ingresso che nasconde la predisposizione degli impianti che verrà in parte nascosta da un organo di pregio.

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CALDERARI OTTONE (Vicenza 1730-1803) L’architetto vicentino Calderari si muove nella tradizione classica che gli deriva da riflessioni sull’architettura di Palladio e Scamozzi. Le opere da lui attuate nell’ambito della città, anche se non numerosissime, sono tuttavia significative del clima culturale legato alla formula neoclassica che sta prendendo piede anche a Vicenza. Ne sono testimonianza Palazzo Loschi – Zileri – Dal Verme, del 1782; il neoclassico Palazzo Cordellina, progettato nel 1776 per l’amico Carlo Cordellina; il rifacimento settecentesco di Palazzo Trissino Baston; Palazzo Salvi; Palazzo Anti-Veronese; Palazzo Schiavetto-Borgato, per i conti Bonin, nel 1773; il Casino Fontanella - Girotto nel 1799 e, infine, ancora per la famiglia Salvi, Villa Salvi - Galletto, costruita dal 1784 al 1789. Sua anche la cornice rettangolare interna del portale del Duomo, compiuta nel 1792, dando dimostrazione di grande rispetto per la struttura preesistente. L’immagine di O. Calderari ci viene da un busto, opera di Bendazzoli, ora in Pinacoteca a Vicenza, che si trovava, assieme a quella dell’amico Cordellina, a Palazzo Cordellina.

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Palazzo Cordellina Palazzo Cordellina è un prestigioso edificio settecentesco progettato dall’architetto Ottone Calderari. Il Palazzo è ricco di pregevoli decorazioni nella facciata, nelle sale interne, ma ha subito nel tempo continue trasformazioni e degradi dovuti ai molti cambi di destinazione d’uso, prima di diventare nel 1998 sede della Biblioteca Bertoliana. Il recupero architettonico e funzionale si fonda sul preliminare riconoscimento delle parti originali dell’edificio, indispensabile per affrontare il progetto di consolidamento strutturale e delle finiture e il ripristino dell’organizzazione volumetrica originaria dei suoi elementi. L’operazione si prefigge di restaurare tutte le parti lignee interne ed esterne, degli intonaci e delle finiture, di rendere le strutture staticamente idonee alle nuove funzioni e rispettose dei caratteri costruttivi tradizionali. Al piano terra è previsto la riorganizzazione dei locali e la restituzione della sala attualmente occupata dall’alloggio del custode. Le indagini di rilievo e la campagna di scavi condotta e non ancora completamente ultimata hanno consentito di rinvenire nelle cantine del Palazzo numerosi reperti, tra i quali un antico pozzo e alcuni resti romani, medioevali e longobardi. Di pregio architettonico è risultata l’intera struttura, con volte a botte, a crociera, con ampie bocche di lupo su spessi muri in pietra e laterizio verso il lato strada e verso il loggiato. Lo scavo condotto ha inoltre permesso di conoscere tecniche costruttive dell’epoca. Anche nei locali occidentali del Palazzo, ancora da scavare, le indagini condotte preannunciano l’ulteriore presenza archeologica di antiche strutture con rinvenimenti di epoca romana,


Chiesa di Santa Corona

Cinta Muraria

In seguito alle distruzioni della guerra il complesso dell’ex convento di Santa Corona, ora di proprietà pubblica, è stato sottoposto nel passato recente ad alcune parziali opere di restauro per adeguare il corpo principale che fronteggia la strada e adiacente alla Chiesa di Santa Corona a sede del Museo naturalistico-archeologico. Tuttavia la parte interna del convento, caratterizzata da due chiostri, si trova ancora in uno stato incompiuto, accentuato dal vuoto urbanistico che si è creato nello spazio retrostante la chiesa, oggi occupato da un parcheggio provvisorio. Il progetto di recupero e ampliamento, finanziato dalla fondazione Cariverona per circa 6 milioni di euro in primo stralcio e da altri 2 milioni di risorse comunali, è orientato a restituire l’intero complesso dal punto di vista architettonico attraverso la ricomposizione del corpo centrale tra i due chiostri e dell’ala orientale distrutti dagli eventi bellici del secolo scorso, al fine di creare nuovo spazio da riservare alle esigenze del Museo di ulteriori sale da esposizione, di una sala conferenza e di locali da riservare alla associazioni. E previsto il mantenimneto del parcheggio sotterraneo che confermerebbe l’attuale disponibilità di spazi di sosta. I lavori sono iniziati nel Dicembre 2009 e riguardano attualmente il restauro della copertura, l’adeguamento funzionale, il consolidamento statico, il miglioramento sismico del tempio. A questa prima fase ne seguiranno altre due per ricostruire l’antica biblioteca domenicana e ricomporre archittettonicamente i chiostri dell’Ex convento.

L’antico complesso difensivo della città appare oggi come un insieme disaggregato di elementi costituiti da spezzoni di mura, porte, torri e frammenti di opere fortificate. Avvalendosi di finanziamenti ministeriali e regionali, il dipartimento lavori pubblici di Vicenza ha avviato la redazione di un progetto di restauro della cinta muraria che da Contrà Mure della Rocchetta conduce a Porta S. Croce costeggiando Viale Mazzini con lo scopo di restituire valenza di sistema alla frammentazione degli elementi murari emergenti. Iniziati nel 2009 i lavori saranno terminati nel Novembre del 2010. Il progetto definitivo prevede il restauro conservativo delle cortine murarie, il riuso funzionale delle torri, il restauro della rocchetta con il ripristino della fossa perimetrale e la realizzazione di passarelle in legno.

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16. ARTISTI

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La pittura di Ezio Fantin la potremmo identificare come una sorta di ipometafisica, dove gli edifici si ubicano in una fonte battesimale dai sacri significati. Con l’acqua del battesimo si rinasce a nuova vita e così anche le rimembranze palladiane tradiscono una sorta di codice oscuro, nato da una sorta di improvvisazione partorita sulle memorie di cose gìà viste.”

EZIO FANTIN Data di nascita: 05/07/1964 Residenza: Longare - VI Telefono: +39 320 196 44 91 Titoli di studio * Diploma di Maturità d’arte Applicata, giugno 1983. * Laurea in Lettere Moderne, Università degli Studi di Padova. Titolo della tesi: “La ceramica di Gio’ Ponti e il dibattito sulle arti applicate in Italia nel periodo fra le due guerre (1918-1935) ” Premi e segnalazioni: “Premio Arte 1992”, premiato con targa d’argento, Giorgio Mondadori ed Associati, settembre 1992 “Disegna una Cassetta Sony”, Premio indetto dal Designer Center di Tokio, concorso indetto a cura della Sony Italiana, Milano 1993 Concorso fotografico “Le Piramidi”, secondo classificato, Torri di Quartesolo (VI) 1993 Concorso “Europa Unita”, opera segnalata, a cura della Gavino Editore, Cagliari 1995 “Premio Arte 2002”, finalista, Giorgio Mondadori ed Associati, settembre 2002 “Intorno a Palladio, arte ed artisti per i 500 anni dalla nascita dell’architetto”, primo premio sezione pittura, Camisano Vicentino, 7 dicembre 2008 “Il premio di Afrodite” - concorso nazionale di arte contemporanea, finalista, palazzo Valmarana Braga, Vicenza, 6-28 marzo 2010.

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20. MOSTRE

“POUR FEMME” MISAEL CULTURAL SPACE

Vicenza - Galleria Nazionale - Corso Palladio - Vicenza Per la Seconda esposizione del Nuovissimo Spazio di Vicenza Misael Cultural Space propone una Mostra che coinvolge a 360 gradi la creatività della Dolcezza, quella ispirata alle creature che son madri di ogni eleganza: “POUR FEMME” è l’essenza della nuova FEMMINILITA’. La Bellezza è figlia dell’Amore, poesia ed emozioni s’intrecciano con un pizzico di Sensibilità avvolgendo l’anima dell’essere DONNA. La femminilità post-femminismo cerca una nuova identità attingendo dal passato una nuova ispirazione: una donna MUSA che caccia via quel ruolo di oggetto che l’era commerciale le aveva cucito addosso. Non son più i tacchi a proteggerla dalle insicurezze, non son più gli artifici della moda a renderla seduttiva o coinvolgente: ma una rinata consapevolezza del proprio potenziale, erotico e d’intelletto. Le Dee del nuovo Millennio, hanno capitalizzato il loro potere attraverso la rivoluzione dei sessi, senza perdere sensibilità emotiva, la determinazione e l’impegno che le ha premiate nella carriera, senza perdrere il loro istinto materno. Gli Artisti convocati per quest’occasione hanno interpretato la Donna in tutte le sue sfumature, velate e svelate, alla continua ricerca di un’armonia che superi i tempi e le culture. Beatrice Morabito, stella internazionale dell’arte che nell’ultimo anno ha avuto mostre personali da Berlino a Seoul da Madrid a New York espone 12 pezzi significativi delle sue Bambole vive che acquistano un’anima attraverso i magici scatti curati nel minimo dettaglio, quello che sembra inumano diventa vivo attraverso la poesia l’emotività ed un pizzico di eros che è spezia sensoriale dell’esistenza. Silvano Paperino ripercorre invece tramite le sue PIN UP il sogno di un erotismo senza tempo, dove l’odalisca in tutte le sue interpretazioni affascina l’immaginifico maschile. Pasquale Marino, Angelo Airò, e Myriam Granci incubator Designer presentano un’estrapolazione di Pezzi unici fatti a mano dagli stessi creatori, ragazzi che recuperano l’eleganza della non serialità e che avvicina molto l’abito all’opera d’arte. Katzo provocatore invisibile, esporrà due tra i suoi pezzi più celebri: il Fiore della Vita e $€$$O: altra sfacettatura provocatoria sulle vicende che legano la donna al denaro ed alla maternità.

Beatrice Morabito I giochi di seduzione sul filo del limite fra donna e bambola. L’ambigua intersezione fra realtà e desiderio ha il sapore del mistero. Attraverso il colto sguardo della fotografa Beatrice Morabito, il dramma dell’esistenza si fa estetico, come trappole di bellezza capaci di risucchiare e pretendere pensieri d’amore, come portali attraverso i mondi immaginari, ove la fantasia si fonde alla vita quotidiana. Quegli occhi di bambola lasciano leggere le mille espressioni che cerchi in una donna, la magia pervade l’animo d’emozioni, ancor più intime in quanto generate da esseri inanimati. Opere oltre il tempo, che già viaggiano nelle gallerie d’arte da Milano all’America, dalla Grecia alla Corea e cercano uno spazio vicino a te e a chi ami.

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TAO Pietre&Perle Collane personalizzate Gioielli esclusivi Riparazioni e rimodellatura Corsi di infilatura con nodo Fili di pietre, perle e accessori Pietre preziose, cristalli e minerali Accessori moda coordinati Chiusure in argento e oro pietre e perle preziose di prima qualitĂ Servizio infilatura per gioiellerie

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GALLERIE DI PALAZZO LEONI MONTANARI

La mostra, a cura di Michele Bacci, rientra nella rassegna “La migrazione delle immagini. Oriente occidente”, che ha ricevuto il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l’importante Premio di rappresentanza dalla Presidenza della Repubblica. La pietra e il leone. San Pietro e san Marco nell’oriente cristiano. Icone dalla collezione Intesa Sanpaolo

Dal 5 giugno al 10 ottobre 2010 Info: numero verde 800 578875, fax 0444 991280 Vicenza, Gallerie di Palazzo Leoni Montanari Contrà Santa Corona, 25 e-mail: beniculturali@intesasanpaolo.com Web: www.palazzomontanari.com Orari: 10.00-18.00 (lunedì chiuso)

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24. EVENTI

TORNA VAN GOGH AL VITTORIANO DI ROMA OTTOBRE 2010

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Silvano Vinceti – Giorgio Gruppioni L’enigma caravaggio casa editrice Armando 160 pp. 15,00 euro

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28. CULTURA

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Vincent Van Gogh

Georges Seurat

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Georges Seurat


Silvestro Lega

Giovanni Fattori

Franz Marc, “Tirol”

Eduard Munch,“Il grido”

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Pablo Picasso

Giacomo Balla

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1.

Pablo Picasso, “Guernica”, part.

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1.

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1.

3.

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