EIKON n.8

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EIKON ARTMAGAZINE Eventi_Artisti_Beni culturali

FREE PRESS - Giugno/Settembre 2010

N.8

ottobre2010

premio Splendore e Decadenza

Scamozzi Le sette Vie di Tebe

Splendore e Decadenza Gli artisti dialogano con i miti e gli stili del passato. Miti antichi e miti moderni, miti classici e contemporanei. Ogni immagine restituisce i fasti di uno splendore perduto o annunciato, oppure i segni inequivocabili della decadenza e dissoluzione. Concorso di arte contemporanea Grafica Pittura Fotografia Scultura

PIETRO NEGRI EDITORE


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Bassano del Grappa (VI)

Santorso (VI) Via Ognibene dei Bonisolo 29 Tel. 0445 540678 Fax 0445 549091

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Rubano (PD) Via A. Rossi 24 Tel. 049 635600 Aperto Martedì, Giovedì e Venerdì 09:00 - 13:00 14:00 - 18:00 Ampio parcheggio


EIKON ARTMAGAZINE

SOMMARIO 02

Jacopo Bassano 1510 - 1592 06.03.2010 - 13.11.2010

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Premio Scamozzi - Ottobre 2010

08

Selezione Internazionale ex libris - Dicembre 2010

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Artisti affermati

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Artisti alchemici

26 30

Eventi internazionali

N. 8 Giugno - Settembre 2010 Periodico di informazione su musei, mostre, arte, design e costume Pietro Negri Editore pietronegrieditore@alice.it Direttore responsabile Maria Elena Bonacini Redazione Laura Leone Anna Maria Ronchin Hanno collaborato: Lorena Zanusso Marta Longo Monica Martins Alessandra Dal Vecchio Lori Adragna Graziella Zardo Arch. Gianni Riva Maria Rita Montagnani Stampa Grafiche Corrà Arcole (VR) Pubblicità pietronegrieditore@alice.it

L’Editore si dichiara pienamente disponibile a regolare eventuali pendenze relative a testi, illustrazioni e fotografie con gli aventi diritto che non sia stato possibile contattare. Eikon Magazine E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi e immagini presenti su tutta la rivista

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Celebrazioni per i 500 anni dalla nascita di Jacopo Dal Ponte, detto Jacopo Bassano, uno dei più originali e potenti interpreti del rinnovamento della pittura veneta dal secondo Cinquecento Il Premio Scamozzi è un concorso di arte contemporanea ispirato alle intuizioni di Vincenzo Scamozzi (1548 - 1616) e alle categorie dell’arte rinascimentale. La mostra “Ex libris per Palladio” è una rassegna collettiva di grafica internazionale aperta a tutti gli artisti

Nicola Samorì e il suo esercizio di morte - in copertina

Premio Afrodite 2010 - I Vincitori David Dalla Venezia, Rita Pierangelo Daniel Lifschitz Sonia Strukul, Lamberto Melina Roberta Serenari

Monica Melani Rodolfo Cubeta - in copertina “NY awakening” Le grandi Expo

Artisti emergenti

Monica Martins Kristel Vendrame Ferdinando Tol-jari Fernando Masone Silvia Simionato Franco Pin Sladjana Milosanovic Monica Bianchi

Supplemento della testata Museohermetico Reg. Trib. VI. 1115 del 12.09.2005 roc n. 13974

Centro Sordità Elettrosonor. I professionisti dell'udito


Bassano del Grappa (VI) Museo Civico Visite guidate attraverso un itinerario in città Informazioni www.bassano500.it T 800 189802

Jacopo Dal Ponte 1510-1592 06.03.2010 -13.11.2010 La mostra “Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio” è l’evento che segna l’avvio delle Celebrazioni per i 500 anni dalla nascita di Jacopo Dal Ponte, detto Jacopo Bassano, uno dei più originali e potenti interpreti del rinnovamento della pittura veneta dal secondo Cinquecento e il più grande pittore della realtà prima di Caravaggio. lun - dom 9.00 - 19.00 Intero 9,00 euro Ridotto 7,50 euro Visite guidate/sconti ristoranti attività per scuole.

Bassano, Statua di Jacopo dal Ponte

Jacopo Bassano 1510 -1592 Il Manierismo di Jacopo Dal Ponte detto Bassano

Jacopo Bassano, “Autoritratto”

a cura di Laura Leone

La rassegna pittorica “Jacopo Bassano e lo stupendo inganno ottico”, dedicata alla giovinezza e alla maturità dell’artista in occasione del suo V Centenario dalla nascita (1510 – 1592), è esposta a Bassano del Grappa dal 6 marzo al 13 giugno presso il Museo Civico. Tale evento è destinato a proseguire fino al 2012 per far conoscere al pubblico questo sensazionale artista bassanese del Tardo Rinascimento che ha raggiunto un livello di celebrità pari a quella di Tiziano, Tintoretto e Veronese. Le opere esposte nel Museo comprendono un vasto repertorio della famiglia Bassano: il padre Francesco, Jacopo e i suoi quattro figli Francesco, Giambattista, Leandro e Girolamo, oltre ad altri noti artisti veneti. La meticolosa raccolta proviene da collezioni private italiane ed europee. La stagione dedica all’artista un vasto programma culturale curato da Alessandro Ballarin, dalla Direttrice del Museo Civico Giuliana Ericani, dal Soprintendente Fabrizio Magani per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. A loro si deve la ricostruzione della vita e del percorso artistico dell’artista, come la riscoperta delle tecniche adottate a Venezia per rappresentare il naturalismo, la luce e gli effetti ottici. Jacopo Bassano è un artista originale e audace, tanto da essere considerato innovatore nell’area bassanese e veneziana. La sua è una nuova tecnica manierista: nel suo repertorio figurativo propone al pubblico un insieme di classicismo dai caratteri naturalistici e antinaturalistici, sensuali e spirituali e spesso anticonformisti. Bassano del Grappa lo esalta come un grande interprete del Tardo Rinascimento. Risalendo alle origini dell’artista, si ricorda il capostipite della famiglia Jacopo di Berto, originario di Gallio sull’Altipiano di Asiago, conciatore di pelli. Nel 1464 si trasferisce a Bassano con la famiglia per risiedere nella contrada adiacente al “Ponte” sul Brenta, cambiando il cognome in Dal Ponte. Egli aprirà ai posteri le porte verso diverse prospettive professionali. Il figlio Francesco, nato tra il 1475-78, riceve a Venezia l’apprendistato da Giovanni Speranza, allievo del pittore Bartolomeo Montagna e dopo aver conseguito il titolo torna a Bassano. Si sposa nel 1504 con Lucia Pizzardini dalla quale nascono sei figli, tra cui Jacopo nel 1510 che muta il cognome Dal ponte in Bassano. Il giovane artista, all’età di tredici anni, è già in grado di utilizzare gli strumenti della bottega paterna con abilità e attenzione, tanto da saper comporre i colori, distribuirli sulla tela con armonia e creare contrasti coloristici dai risultati eccellenti. Il padre, scoperte le potenzialità pittoriche del figlio, lo vuole al suo fianco come collaboratore per completare molte opere di carattere religioso nei punti dove è richiesta maggiore attenzione di ornamenti nei panneggi, di naturalezze espressive da conferire ai personaggi e


di raffinati aspetti naturalistici. All’età di vent’anni, ispirato dalle tele del Tiziano, conosciuto a Venezia presso la bottega del pittore Bonifacio Veronese, concentra la sua attenzione sui temi popolari e religiosi, aprendo un nuovo repertorio manierista ricco di creatività pittoriche veneziane, punto fondamentale della sua formazione professionale. Inserisce tale ricchezza creativa in un contesto paesaggistico naturale dell’entroterra bassanese dove ripete nelle sue tele la rappresentazione del Monte Grappa. Accentua inoltre lo studio dei sentimenti e fa prevalere l’alta espressione psicologica dei suoi personaggi. Venezia sin dagli inizi del Cinquecento conferma la sicura fonte di prosperità artistica, architettonica ed economica, nonostante la crisi dei traffici nell’area mediterranea e la necessità d’investire i beni nell’entroterra veneta. Potenzia l’aspetto culturale di testi e documenti antichi di carattere ellenistico, una sorta di recupero archeologico, e in seguito divulga con notevole successo le edizioni stampate di Jacopo Bassano, “Due cani da caccia legati a un ceppo” illustrazioni culturali, religiosi e scientifiche. Venezia lentamente distribuisce i suoi interessi culturali al mondo intellettuale e diventa in breve tempo il centro di collegamento tra il Nord e il Sud Italia e la Germania. La sfera aristocratica intellettuale si rifornisce di diverse stampe italiane e straniere per intrecciare nuove culture, tradizioni, idee, collaborazioni con incisori e xilografi che collaborano con editori di libri illustrati. Si ricordano esempi di maestri romani come Marcantonio Raimondi e soprattutto l’artista tedesco Albrecht Dürer. Quest’ultimo, durante il suo soggiorno nella città lagunare tra il 1505 e il 1507, presenta le sue stampe al pubblico comprendenti interessanti xilografie e incisioni su rame di raffinate fattezze e rimane sorpreso quando i suoi colleghi avanzano la proposta di acquistare l’intero repertorio. In realtà tale richiesta, considerata straordinaria per Dürer, trova giustificazione nel contesto storico e culturale del tempo. Nel corso del Cinquecento si diffonde su tutto il territorio nazionale e internazionale la febbre per le collezioni di opere Jacopo Bassano, “Pastorale” pittoriche, di raccolte sistematiche di rilievi archeologici, di codici, di monete, di incisioni, di dipinti legati alla tradizione paesaggistica o di preferenza del committente. Anche Jacopo Bassano acquista le stampe dell’artista tedesco e le utilizza come strumento e fonte di ispirazione per progettare nuove accortezze scenografiche, per sperimentare nuove fantasie cromatiche, come ad esempio osservare un vestito nero e percepirlo bianco. Inoltre propone curiose profondità spaziali per conseguire effetti sbalorditivi e inganni ottici. Jacopo Da Bassano ha colto da Dürer il naturalismo degli animali nella sensazione di sofficità, di tremore del corpo ed effettua un’indagine sul comportamento fisico ed espressivo. Tutti gli animali e in modo particolare i cani (“Due cani da caccia legati ad un ceppo” - 1548-9 - “Pastorale, detta cavallo bianco” - 1568) sono osservati e valorizzati nella stessa scala dei valori umani, acquistando così la stessa grandiosità e dignità di qualsiasi altro soggetto realistico, religioso e mitologico. La grandiosità delle sue opere si riconosce anche nella descrizione dei semplici oggetti quotidiani, nella valorizzazione delle persone umili e dignitose prese dal popolo comune (“Il mercato” - 1580 - particolare), di contadini e di pastori. Tale scelta entra in contraddizione con la tendenza Rinascimentale, che preferisce ambienti rispettabili, aristocratici e politici per recuperare i modelli classici. Jacopo Jacopo Bassano, “Il mercato” - particolare riesce a comunicare allo spettatore la stessa emozione classica ad un semplice soggetto, anche quando i personaggi narrano la scena con atteggiamenti e forzature corporee anticlassiche (“Ultima cena” - 1548). Jacopo Bassano, “Ultima Cena”

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Jacopo Bassano, “La Madonna e il Figlio in Gloria”


I contenuti religiosi sono colti dal Nuovo e Antico Testamento: qui hanno origine le sue vocazioni campestri, le nature incontaminate e perfette, i cieli tersi e gli ambienti ariosi che si coniugano con le armonie coloristiche della natura (“Fuga in Egitto” 1534). I giardini zoologici e botanici sono descritti con tecniche fiamminghe, una sorta di elementi compositivi che descritti sapientemente comunicano grandi emozioni al pubblico e lo proietta in una dimensione di pace e di serenità quotidiana talvolta avvalorata se non accentuata dalla presenza di animali. La sua concezione di Naturalismo si rispecchia nelle tecniche tonali di Giorgione e Tiziano, tradotte dall’artista con paziente precisione nel descrivere i contesti paesaggistici e la gestualità dell’uomo, colto nel momento in cui sta svolgendo l’ attività lavorativa. Le tecniche pittoriche innovative propongono sfumature in sostituzione di linee di contorno, mentre i colori vengono distribuiti con tecniche tanto sottili e filamentose da immaginare visivamente una sottile vibrazione (tecnica impiegata prevalentemente nei panneggi). Anche la luminosità, punto luce esteso a macchie (“Santissima Trinità”- 1546-47), contrasta con lo sfondo, mentre la materia pittorica passa da leggere velature ad una intensa massa cromatica densa di espressività, al fine di ottenere effetti di forte contrasto e un intenso senso emozionale nello spettatore. A Marostica, presso il Palazzo del Doglione, sede della Banca Popolare di Marostica, è esposta l’opera “La costruzione dell’Arca”. Il dipinto, in base a risultati di ricerche scientifiche di “grafia”, sembra esser stato realizzato dall’artista in collaborazione con il figlio Francesco e con i componenti della sua bottega. I contenuti dell’opera sono ricchi di significati simbolici: illustrano infatti l’inizio della preparazione dell’Arca, l’intensa attività della famiglia di Noè descritta nel momento lavorativo, in atteggiamento umile e domestico, con pialle, seghe e pezzi di legno mentre si impegnano a realizzare la struttura. Tutt’intorno si distribuiscono disordinatamente gli animali, mentre il cielo scuro, addensato da nubi, prepara il Diluvio. Il dipinto appartiene alla serie di quattro tele (1578-79): “La costruzione dell’Arca”, “L’entrata degli animali”, “Il Diluvio Universale”, “Il sacrificio di Noè”, documentata nella collezione Asburgica dell’Imperatore Leopoldo I (1667). Altra rassegna espositiva, prevista dal 9 dicembre 2010 al 21 marzo 2011, intitolata “Bassano a raggi X”, è organizzata con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza. L’esposizione delle opere interesserà lo studio e l’analisi dei dipinti con indagini scientifiche effettuate da tecnologie moderne per stabilire la tecnica pittorica usata da Jacopo e dai suoi figli. La mostra, dedicata all’artista e alla sua famiglia, si chiuderà nel 2012, ma seguiranno altre manifestazioni di mostre monografiche, proposte didattiche, percorsi museali sui luoghi, rappresentazioni teatrali per far conoscere al pubblico il grande artista e “la Scuola Bassanese”, che ha proseguito il suo “Manierismo”proponendo la realtà semplice e modesta che trasmette immediatamente spontaneità delle emozioni. La tendenza pittorica è sicuramente in contrapposizione con l’accademismo pittorico, ma apre la strada alle imminenti interpretazioni ideologiche del Seicento barocco. Jacopo Bassano, “La costruzione dell’arca”

Jacopo Bassano, “Fuga in Egitto”

Jacopo Bassano, “Santissima Trinità”


6 . P R E M I & CO N CO R S I

PREMIO SCAMOZZI LE SETTE VIE DI TEBE

Concorso di arte contemporanea

Splendore e Decadenza “Tutto ciò che provoca solidarietà significative tra gli uomini risveglia sentimenti comuni di questo genere, le identificazioni. Su di esse riposa in buona parte l’assetto della società umana, il suo splendore e la sua decadenza” (Freud, “Carteggio con Einstein”)

IL CONCORSO Il PREMIO SCAMOZZI è un concorso di arte contemporanea ispirato alle intuizioni di Vincenzo Scamozzi (1548 - 1616), geniale innovatore del suo tempo, cultore della conoscenza e collezionista di libri e opere antiche ante litteram, modello di artista in grado di rinsaldare quel filo di continuità con gli stili e i miti del passato che rappresentano il fondamento dell’umanesimo creativo. Non diversamente da Scamozzi, anche l’artista contemporaneo trae ispirazione dai modelli del passato ed elabora la propria particolare visione e interpretazione del tempo presente. La conoscenza della realtà storica, sociale e culturale, non può che originare dalla capacità dell’individuo di fare buon uso della memoria delle esperienze del passato, sia di quelle personale che di quelle collettive. La memoria rappresenta il nucleo della coscienza primaria da cui può avere origine ogni forma di ispirazione e creazione estetica. L’arte della memoria espande e diffonde i “principi di una conoscenza pertinente l’uomo che riconosce e denuncia i rischi della falsa razionalità fondata sulla negazione del passato” (E. Morin) e rigetta “Saturno in esilio”, metafora di un luogo cerebrale in cui non può nuocere all’immaginazione e alla fantasia creativa.

Da Leonardo a Andy Warhol, da Canova ad Keith Haring, l’arte occidentale ha attuato cicliche operazioni di decodificazione e reinterpretazione del mito alla scopo di raffigurare in sintesi e rendere espliciti i temi dell’identificazione individuale con i modelli ritenuti più significativi dalla coscienza collettiva. Il processo di ri-elaborazione creativa dei miti e degli stili del passato testimonia la necessità di evocare un passato in cui vigevano norme e regole individualizzate che trascendevano il senso comune delle cose. I palazzi del Rinascimento venivano decorati con affreschi a carattere mitologico e motivi iconografici tratti dalla cultura greca e latina che rivelavano la volontà di condividere una medesima concezione della vita umana, della realtà sociale, della coscienza storica e culturale e della conoscenza dei cicli di tempo necessari alla trasformazione della pulsione istintiva (la bile nera) in consapevolezza di sè (animus mercurius). Ogni immagine ispirata alla tradizione classica alludeva a un tempo mitico in cui era possibile attuare un percorso convergente di rivelazione della “funzione trascendente” che dischiudeva alla percezione intuitiva, alla coscienza razionale e alla conoscenza simbolica, ritenute a qual tempo i tre pilastri dell’intelletto umanistico. Per Jung, “mediante questa funzione vengono date quelle linee di sviluppo individuali che non potrebbero mai essere raggiunte per la via già tracciata da norme collettive”, mentre per gli artisti e gli architetti del Rinascimento tale funzione, modellata sul mito di Venere Urania e della favola di Amore e Psiche, rappresentava l’essenza stessa dell’arte di modificare la realtà e i costumi sociali, la percezione e la coscienza dei contemporanei, la cultura e il sensibilità estetica del proprio tempo. Il concorso si ispira alla vicenda mitica delle “Sette vie di Tebe”, raffigurate da Scamozzi all’interno del Teatro Olimpico, e al processo di contrapposizione degli opposti che caratterizza ogni periodo di crisi economica, di lotte fraterne e di discordie sulle scelte e le decisioni da intraprendere. Nel tempo della crisi si risvegliano i valori della solidarietà e della memoria e l’arte recupera le icone, le immagini e le trame simboliche che incarnano la forza, la bellezza e il rigore del ragionamento in grado di ispirare la percezione razionale della realtà e un sostanziale equilibrio tra raffigurazione estetica e interpretazione simbolica. Gli artisti sono liberi di presentare qualsiasi soggetto che si ispiri ad almeno uno delle quattro linee-guida. a) corpo, ritratto, identità dell’anima. b) ambiente urbano, memoria storica-sociale e condizione esistenziale. c) percezione soggettiva, memoria culturale e trasposizione simbolica di contenuti filosofici e psicologici. d) elaborazione di sentimenti, stili, icone e miti del passato, anche recente, in chiave critica o propositiva

Concorso aperto alle opere di Pittura, Fotografia, Arte digitale e Scultura. Termine iscrizione 8 Settembre 2010 Premiazioni 21 Ottobre 2010 Vicenza - Proscenio del Teatro Olimpico progettato da Scamozzi Iscrizioni su www. federcritici.org sezione Premio Scamozzi Teatro Olimpico, Proscenio


MOSTRE

“TERZO TRA NOI L’AMORE” ex libris dal fondo Pariani

Malcesine, Castello Scaligero | 5 giugno – 30 ottobre 2010 mostra a cura di Agostino Contò e Carlotta Giardini

La gemma che incastona l’aurea bellezza del libro è il suo ex libris. Al pari del cammeo e del niello, esso concentra in minime proporzioni la potenza dei grandi quadri. (B. Da Osimo) L’ex libris applicato sul risguardo o sulla carta di guardia del libro è un contrassegno di possesso, una forma d’arte capace di coniugare il piacere della grafica con l’amore per il libro. Nella magnifica cornice del Castello Scaligero di Malcesine, il 5 giugno verrà inaugurata la mostra “Terzo tra noi l’amore” ex libris dal fondo Pariani: una selezione di 70 ex libris sul tema dell’amore. L’esposizione, promossa dalla Biblioteca Civica di Verona e dal Museo di Castelvecchio, in occasione delle manifestazioni di Verona In Love e ospitata con successo negli scorsi mesi nelle stanze della Casa di Giulietta a Verona, trova ora una sua naturale e felice continuità nella sede del castello della cittadina sul Lago di Garda. Il Comune di Malcesine sceglie di rinnovare il ricordo del generale Alberto Pariani, collezionista e bibliofilo di gusto raffinato, protagonista degli eventi più cruciali della storia militare italiana della prima metà del secolo scorso, che trascorse qui gli ultimi anni della sua vita. La villa Pariani, tuttora visitabile, fu luogo di raccolta di libri ed opere d’arte che costituiscono oggi un ricco fondo conservato presso la Biblioteca Civica di Verona e una selezione di libri riguardanti Verona e il lago presso la Biblioteca di Malcesine. Il motto che dà il titolo alla mostra è tratto da un ex libris di Alberto Martini, uno tra gli esponenti più originali e innovativi delle correnti artistiche dell’inizio Novecento, ben rappresentate dalla raccolta di ex libris. Le fantasie erotiche e satiriche dell’artista trevigiano, si accostano al misticismo e idealismo di A.H. Gagliardo, alla sinuosità della linea decorativa con la presenza imperante della figura femminile in stile neorococò di F. von Bayros, fino ad arrivare ai tratti ora drammatici, ora ironici e caricaturali, di M. Fingesten. La mostra rimarrà aperta tutti i giorni dalle ore 9,30 alle ore 19.00

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8. SELEZIONE INTERNAZIONALE

II^ SELEZIONE DI GRAFICA INTERNAZIONALE

“EX LIBRIS PALLADIO”

Gli ex libris sono una opportunità di classe per designare la proprietà del libro poichè testimonia una sorta di appartenenza del lettore e non è riservato ai soli bibliofili, ma anche a chiunque senta il bisogno di sottolineare la sua scelta e gli interessi che lo hanno spinto all’approccio di determinati testi. Per secoli è rimasto sepolto tra i libri delle austere biblioteche aristocratiche oppure nelle scriptoria dei monasteri; solo dalla seconda metà dell’Ottocento l’ex libris divenne un documento personale da collezione, come ogni altro oggetto di interesse artistico, culturale e storico. L’ex libris, letteralmente “dai libri”, è un multiplo su carta con motti, disegni e simboli che possono rappresentare il singolo proprietario del libro, oppure l’associazione, il gruppo, la categoria professionale di appartenenza, e spesso è indicata l’occasione per la quale è stato realizzato. Nella prima edizione gli artisti si sono cimentati a realizzare due ex libris ispirati al cinquecentenario della nascita dell’ architetto Andrea Palladio.

REGOLAMENTO - La mostra “Ex libris per Palladio” è una rassegna collettiva aperta a tutti gli artisti italiani o stranieri - La mostra “Ex libris per Palladio” sarà allestita presso la Sala espositiva Tao, stradella Santa Barbara 1/b Vicenza Italy, a cura di Annette Ronchin, in dicembre 2010 - vernissage inaugurale si terrà sabato 11 dicembre 2010 alle ore 18.00 Il promo della manifestazione sarà diffuso in comunicati stampa sui quotidiani nazionali, su www.artedepaolironchin.org; www.federcritici.org e su altri siti di promozione culturale ed artistica. A cura di Anna Maria Ronchin sarà realizzato il reportage della manifestazione che sarà pubblicato sulla rivista d’arte contemporanea EIKON. Ogni artista può partecipare con 2 ex-libris della misura 12 x 9 cm del supporto e di 14,5 x 21 cm della carta, su ogni opera deve comparire: “Ex-libris Palladio 2010”, il nome del destinatario o dei promotori del premio pubblicizzati nei siti www.artedepaolironchin.org; www.federcritici.org Il modulo di adesione, compilato in tutte le sue parti e firmato, dovrà pervenire corredato dal presente regolamento, dagli ex-libris e da un breve curriculum (massimo 10 righe), via posta con raccomandata A/R presso: Annette Ronchin c.p. 274 36100 Vicenza Italy. Eventuale documentazione integrativa dell’artista, foto, cataloghi, saggi critici, ecc. potrà essere inviata a mezzo posta a quest’ultimo indirizzo. I materiali non saranno restituiti. Il tutto dovrà pervenire entro il 30 ottobre 2010 Per partecipare all’evento è necessario effettuare un versamento di 30,00 euro per le spese di segreteria sul Conto corrente postale n 00027003300 intestato ad Associazione Annette Ronchin c.p.274 36100 Vicenza oppure sul conto n. 463547 Banca Popolare di Vicenza Italy intestato ad Associazione Annette Ronchin c.p.274 36100 Vicenza IBAN IT 96 MO57 2811 8131 2857 0463 547 SWIFT BPVIIT22128 con causale di versamento “Iscrizione mostra ex-libris”. Annette Ronchin Contemporary Art & More Vicenza Verona Italy www.artedepaolironchin.org e mail: annetteronchin@gmail.com II SELECTION OF INTERNATIONAL GRAPHICS “EX-LIBRIS PALLADIO”

REGULATION • The exhibition “Ex Libris for Palladio” is a collective exhibition open to all artists Italian or foreign • The exhibition “Ex Libris for Palladio” will be staged at the exhibition hall Tao, stradella Santa Barbara 1 / b Vicenza Italy, edited by Annette Ronchin, in December 2010 • The inaugural exhibition will be held Saturday, December 11, 2010 at 18:00 • The promotion of the event will be disseminated in press releases on national newspapers, on www.artedepaolironchin.org; www.federcritici.org and other sites of cultural promotion and the arts. • By Anna Maria Ronchin will be implemented reportage of the event which will be published in the journal of contemporary art EIKON. • Every artist can participate with 2 ex-libris of the measure 12 cm x 9 support and 14.5 x 21 cm of paper; must be written on each work: “Ex libris Palladio 2010” plus the name of the owener or the names of the promoters which will be published on the siteweb www.artedepaolironchin.org; www.federcritici.org • The enrolment form, completed in its entirety and signed, must be received accompanied by this regulation, by ex-libris and a short CV (maximum 10 lines), via mail recommended A / R at: Annette Ronchin cp 274 36100 Vicenza, Italy. Possible documentation of the artist, photos, catalogues, critical essays, etc.. can be sent by post to that address. The materials will not be given back.. Everything must be sent within 30 October 2010 • To attend the event you must make a payment of 30.00 euros for the cost of secretarial on account No 463547 Banca Popolare di Vicenza Italy intestate Association Annette Ronchin IBAN IT 96 MO57 2811 8131 2857 0463 547 SWIFT BPVIIT22128 with a reason for payment “Registration 2^shows ex-libris.”


Gli artisti selezionati nella prima edizione del 2008 sono: Guy Jahan, Parigi con le opere:- Poiana- e -Rotonda-, tecnica acquaforte-acquatinta Manuela Simoncelli (Manù), Bassano del Grappa con le opere:- Civetta -e -Foglia- tecnica incisione su acetato Milvia Bortoluzzi, Vicenza con le opere: Architettura di luce- tecnica punta secca su plexiglas (Milva1)e -De Architectura- tecnica acquaforte su magnesio (Milva1001) Annamaria Ghirardello, Thiene con l’opera:-Il bacio di una cocinella- tecnica digitale

MODULO DI ADESIONE Il/La sottoscritto/a ............................................. ............................................. ............................................. Nato/a ............................................ Residente in ............................................. ............................................. Cap...................................... Tel....................................... E-mail ............................................. Sito Internet ............................................. Codice fiscale ............................................. Chiede di partecipare alla II^ Selezione ex libris con le seguenti opere: titolo.................................... tecnica................................. serie..................................... proprietà ............................................. titolo.................................... tecnica................................. serie..................................... proprietà ............................................. Allega ricevuta di versamento di 30,00 euro. Dà il consenso al trattamento dei dati ai sensi del D.Lgs.196/2003 e alla pubblicazione delle stesse per la divulgazione dell’evento. Luogo e Data...................... Firma ............................................. .............................................


1 0 . A RT I S T I A F F E R M AT I

NICOLA SAMORI’ e il suo esercizio di morte. Nelle opere di Nicola Samorì le sublimi infermità dell’anima cantano sopra ogni cosa guasta, disgregata e corrotta e decantano su quell’opaca superficie la matrice occulta della bellezza. Quella bellezza che sussulta sotto ai supplizi della sua memoria disperata, finalmente sfuggita alla statica utopia della perfezione. Così i pensieri di Samorì producono rumori rombanti o ronzanti, danzando con brevi volteggi, come mosche sulle cose ormai pervenute alla loro sepsi esiziale. Ci sono mondi che puoi conoscere solo se abbandoni il mondo. Ci sono cose che abbandoni dopo averlo conosciuto. Una è la ragione e l’altra è la verità, ma entrambe sono indispensabili al dispiegarsi della follia creativa, a ciò che in Nicola determina quella visione superiore che porta la sua materia a collassare nel cedimento del vuoto esistenziale, ma senza umane resistenze. Ne consegue la tensione di un desiderio di dissoluzione, come se ogni figura,ogni volto venisse risucchiato dall’insostenibile vertigine del sensum finis. Così quel volto con la sua mappa di bizzarre patologie, diviene la maschera simbolo dell’equazione filosofica secondo cui la maschera sta al volto come l’uomo sta a Dio. Non ci sono filtri per ciò che è troppo grande,troppo immenso,forse troppo terribile da trasportare e trasferire nel tessuto della mente. Anche l’esile filo che lega l’elemento fisico a quello cerebrale si spezza, allora le cose non sono più quel che crediamo, ma diventano quel che lucidamente farnetichiamo. Di ritorno dal giardino dei suoi tanti tormenti, la pittura di Samorì ha patito infinite infermità. L’umidità dell’emotività morbosa si rapprende in una sorta di intonaco posticcio, dove il cromatismo spento e lugubre sta a sottolineare l’aridità dello spirito e la stratificazione dell’interiorità. In Samorì la decadenza,attraverso i suoi moti umorali e le sue peripezie terrene, non segue il passare delle stagioni,bensì il passaggio degli stati della materia che sui suoi volti sciorinano strane filosofie, realizzando fascinose metamorfosi. Nel suo delinearsi, l’iniziale patofobia di Nicola trasmuta nella dimensione opposta, divenendo la patofilia del suo immaginario,dove un flebile desiderio mistico sprofonda nella volontà della coscienza escatologica. Con il suo greve esercizio di morte, Nicola Samorì, preserva ogni sua figura –e ogni sua opera- dalla sanità del non pensare, riscattandole dalla salvezza del non-essere col salvifico nonessere-più. Maria Rita Montagnani

La crosta dell’esistere Ha formato l’intonaco Del vivere crepato. E la luce affonda la sua lama Nelle ombre,indecise se Tornare o tornare a sparire. Così l’esile corpo d’ombra Diventa cadavere del cielo. Neri Tancredi


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1 2 . P R E M I O A F RO D I T E

A RT E N I G R E S C E N T E : P R I M I C L A S S I F I C AT I

DAVID DALLA VENEZIA

“Poiché sono io che dipingo questi quadri è vero che sono ritratti di me stesso. Ma ulteriormente, in quanto ritratti di un uomo, lo sono di ogni uomo - traggo da me ciò che vi è di comune a tutti gli uomini, e sottraggo ciò che mi differenzia da essi.” (David D.V.) Figlio d’arte: il padre, formatosi nelle botteghe veneziane con un lungo apprendistato iniziato all’età di 11 anni, è artigiano del legno, corniciaio, doratore, restauratore e, nel privato, lui stesso artista poliedrico. Trasferitosi nel 1958 a Cannes ha lavorato per artisti allora residenti in Costa Azzurra (Picasso, Ozenfant, Sutherland, Rezvani tra i molti), collezionisti (sir Douglas Cooper, Ruggerini) e gallerie (galleria Sapone di Nizza, Maeght di St. Paul de Vence). Nel 1973 è tornato a Venezia dove vive e lavora. www.daviddallavenezia.com Contatto: info@daviddallavenezia.com Quotazione opere. dai 3000 ai 7000 euro

Opera in concorso: “Autoritratto” Il suo unico soggetto è se stesso, spesso raffigurato come in questo caso nel ruolo di pittore; sullo sfondo, tre sezioni scandiscono i momenti del suo vissuto, lo spazio molecolare, a destra, quello iperboreo a sinistra in basso,come in un interno fiammingo lo spazio si anima di protagonisti e di dimensioni. La scelta stilistica di dipingere solo autoritratti denota la volontà dell’artista di decostruire il reale e di essere non solo interprete, ma anche attore del conflitto interiore; egli diventa così metro e misura delle cose. (Anna Maria Ronchin, curatore della mostra)

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P R E M I O A F RO D I T E RITA PIERANGELO

Dipinge la bellezza e la perfezione, ma continua a cercare un’immagine veritiera dell’uomo nei suoi aspetti più oscuri. L’uomo bestia è la personificazione della libido e diviene rappresentazione concreta della sua vera natura non ancora risolta e purificata dalla bellezza. Rivelando simbolicamente il corredo psichico femmile, rappresentato dalla donna-animale, l’artista intuisce che le speranze di trasformazione sono legate all’animus femminile in grado di esprimere una diversa consapevolezza di sè, indispensabile all’uomo, e al maschio in particolare, per abbandonare il superfluo, diventare padrone dei propri istinti ed esprimere le pulsioni creative dell’anima. 2010 selezionata premi internazionali “Città di New York” e “Premio Laguna” (Venezia ) Premiata al premio internazionale Seetal (Ch) www.pierangelorita.com contatti: pierangelorita@alice.it Quotazione opere dai 3000 ai 7000 euro

Opera in concorso: “L’egoista” La scelta di soggetti zoomorfi esalta il contrasto tra la parte logica che utilizza procedimenti consequenziali di causa ed effetto con quella analogica che procede per somiglianze. Questi sono strumenti di conoscenza da sempre, Rita Pierangelo li utilizza per indagare le complesse relazioni tra gli individui e tra i gruppi sociali, le traduce in immagini incisive,decantate e purificate dalle convenzioni che limitano di per se stesse la comprensione della reale condizione umana. (Anna Maria Rocnchin, curatore della mostra)

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P R E M I O A F RO D I T E

A RT E RU B E S C E N T E : P R I M I C L A S S I F I C AT I

DANIEL LIFSCHITZ

Dal 1964, data della sua prima mostra a Losanna Lifschitz ha esposto le sue opere in più di 80 Musei e mostre personali in Italia, Francia, Belgio, Olanda, Stati Uniti, Germania e Israele. Sono usciti 3 monografie sui suoi dipinti in Italia, Francia e Germania. Ha un rapporto speciale con la luce, al punto che il soggetto più indicato ad esprimerla è la “natura morta”. La percezione sensoriale dell’oggetto è mediata dalla presenza avvolgente della luce, quasi a voler anteporre alle cose percepite dallo sguardo una forma di “coscienza razionale” della verità. La luce della coscienza può avvolgere la “natura” di significati e determinare a priori se discriminare gli oggetti in certe frequenze piuttosto che di altre. www.dlifschitz.com Contatto:d.a.lifschitz@gmail.com - quotazioni delle opere dai 2000 ai 5000 euro

Opera in concorso: Natura morta. Non è casuale che Lifschitz abbia scelto la tecnica del pastello, proprio per l’immediatezza del sentire,per la vibrazione dello sfumato, intensamente, evocativo. L’artista indaga sulle consuetudini della società sfacettata, multietnica con figurazioni velate, dai toni malinconici, che richiamano le riflessioni mistiche di Simon Weil ed Edith Stein, le quali hanno in comune con il pittore non solo l’appartenenza al popolo ebraico, ma anche l’afflato lirico. E’ l’impressione fugace dell’attimo che cattura l’artista,come il raggio di luce che penetra al centro della configurazione, abbaglia e ci lascia basiti. (Anna Maria Ronchin, curatore della mostra)

Non ci sono più alberi non ci sono più case, non ci sono più notti non ci sono più strade, non ci sono più mari non ci sono più soli. Più soli di così. Non ci sono più. Neri Tancredi

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P R E M I O A F RO D I T E

SONIA STRUKUL

“Artista da sempre vicina a soggetti della natura, attratta dalla pelle policroma dei camaleonti trova in questi animali suggestivi la forma consona per esprimere le proprie esigenze ed il proprio cambiamento stilistico. Nella sua opera pittorica questi rettili dalla pelle variopinta diventano metafora delle nostre trasformazioni personali, della nostra necessità, libera od imposta a doversi adattare ad ambienti, situazioni, stati d’animo diversi ed incostanti. Il camaleonte con il suo aspetto primordiale ci riporta ad una condizione primitiva in cui l’incontro con la natura è totale e nella capacità di sapersi nascondere fondendosi con l’ambiente si basa la sopravvivenza, a suggerire un paragone possibile con lo spirito di adattamento richiesto dalla società contemporanea in rapida trasformazione.” (G. Malatrasi) Contatto: strukulsonia@alice.it quotazione opere dai 2000 ai 5000 euro

Opera in concorso: “Trasformazione” Il camaleonte, Leit motif del repertorio iconografico dell’artista, sostiene l’idea della necessità di adattarsi ai cambiamenti; l’opera d’algida bellezza, quasi decorativa, indaga sulle ragioni delle consuetudini sociali con il tono ironico della reiterazione. Il cambiamento del camaleonte è simbolo del nostro tempo, metafora della condizione contemporanea, pittoricamente resa dalle campiture monocromatiche proprie della pittura digitale. (Anna Maria Ronchin, curatore della mostra)

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P R E M I O A F RO D I T E

A RT E A L B E S C E N T E : P R I M I C L A S S I F I C AT I

LAMBERTO MELINA

Ha la grande dote di rappresentare la semplice realtà o la “semplice presenza” come lui ama definirla, con reminescenze filosofiche esistenzialiste, innervandola di sensi e simbologie a mezza via tra conscio e subconscio. L’oscurità, densa e assoluta, da cui emergono i suoi soggetti è il mediatore di questa ricchezza semantica che supera di schianto la falsa messinscena dell’arte spazzatura e decorativista che riempie gallerie e fiere. “La tecnica è un importante veicolo di senso che io perfeziono in modo ossessivo col fine dichiarato di renderla vana e superata. Utilizzo la tecnica manuale per ri-creare la natura in senso ontologico, non quindi una ri-copia, ma una decostruzione che rigenera in senso ermeneutico”. (L.M. Pieretti). Contatto: info@lambertomelina.com Quotazioni opere: dai 2500 ai 6000 euro.

Opera in concorso: “Giuditta e Oloferne Humana XXVI” Cesellatore di forme naturalistiche, che emergono dalla pece secentesca, l’artista esprime con stile sicuro il pensiero analogico.Come l’idea della sconfitta del nemico del popolo ebraico è nel fazzoletto insanguinato ai piedi dell’eroina biblica ancora avvolta nella sensualità vincitrice, così Melina ci rivela la pietra filosofale della conoscenza. (Anna Maria Ronchin, curatore della mostra)

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P R E M I O A F RO D I T E ROBERTA SERENARI

Opera in concorso: “Assoluto femminile” La sua figurazione è focalizzata sull’umanità, spesso colta nella sua tenera età. Il Realismo magico risulta dall’equazione perfetta di armonia estetica e di vero, dall’equilibrio stabile che l’artista sa stabilire tra il significato e gli elementi più squisitamente pittorici della forma e del colore. (Anna Maria Ronchin, curatore della mostra)

Esprime un’arte pregna di suggestioni oniriche e di simboli che rimandono all’inconscio creativo e al mistero che è implicito in ogni forma di vocazione e destino umano. “…Padrona di un tratto pittorico di indubbio livello qualitativo, ama analizzare in piena luce le forme più disparate di un mondo concreto ma incongruo, popolato da emanazioni dei sogni e dei ricordi del personaggio femminile adolescente che lo abita, e che ha ormai imparato a dominare la realtà. L’Alice che vive in questi quadri è forse ancora quella di Lewis Carroll, poichè dalla memoria del suo lontano viaggio infantile è rimasto il gusto di reinterpretare lo spazio in prospettive immaginose di atmosfere sospese e persino metafisiche…” Vittorio Sgarbi. Contatto: info@robertaserenari.com Quotazione opere: dai 2500 ai 9000 euro

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ministero Per i Beni e le attiVità Culturali

ProVinCia di ViCenza

Comune di ViCenza

Concerti, opera e conferenze CONCERTO DI APERTURA MerCOledì 19 MAGGIO Teatro Olimpico - ore 21.00 “Hommage à Schumann” (in collaborazione con BOLOGNA FESTIVAL e ACCADEMIA FILARMONICA ROMANA) Argerich pianoforte / Tchakerian violino / Shek violino / Chen viola / Bronzi violoncello Schumann: Fünf Stücke im Volkston op. 102, Märchenbilder op. 113, Sonata op. 121, Quintetto op. 44 Conferenza introduttiva: Barbieri - Odeo del Teatro Olimpico, ore 20.00 SECONDO CONCERTO dOMeNICA 23 MAGGIO Teatro Olimpico - ore 21.00 “I creatori di ravel” (in collaborazione con ANTIRUGGINE e con PALAZZETTO BRU ZANE CENTRE DE MUSIQUE ROMANTIQUE FRANÇAISE). Serata realizzata con il contributo di TDE MACNO S.p.A. Tchakerian violino / Brunello violoncello / lucchesini pianoforte Casella, Sonata per vlc e pf - Enescu, Sonata per vl e pf Ravel, Trio per pf, vl e vlc Conferenza introduttiva: de Incontrera - Odeo del Teatro Olimpico, ore 20.00 TERZO CONCERTO MArTedì 25 MAGGIO Teatro Olimpico - ore 21.00 “da Parigi a... Yerevan” Tchakerian violino / Meloni clarinetto / Canino pianoforte Milhaud, Suite op. 157 b per vl, cl e pf - Stravinsky, Tre pezzi per cl solo Tzanou, brano in prima esecuzione assoluta per pf - Khačaturjan, Sonata-monologo per vl solo Khačaturjan, Trio per cl, vl e pf Conferenza introduttiva: Varon - Odeo del Teatro Olimpico, ore 20.00 QUARTO CONCERTO SABATO 29 MAGGIO Teatro Olimpico - ore 21.00 “Progetto Bach” (in collaborazione con ASSOCIAZIONE MOUSIKÈ e con FESTIVAL BIBLICO) Il Teatro Armonico / radulescu direttore / dalla Vecchia assistente Musiche di Bach Conferenza introduttiva: radulescu - Odeo del Teatro Olimpico, ore 20,00 PROGETTO GIOVANI dOMeNICA 30 MAGGIO Palazzo Leoni Montanari - ore 17.00 “Integrale dei Trii con pianoforte di Camille Saint-Saëns” (in collaborazione con INTESA SANPAOLO e PALAZZETTO BRU ZANE - CENTRE DE MUSIQUE ROMANTIQUE FRANÇAISE) Trio con Brio Copenhagen (Hong violino / Hong violoncello / elvekjaer pianoforte) Saint-Saëns, Trio in fa maggiore op. 18 - Trio in mi minore op. 92 PROGETTO “RACCONTARE LA MUSICA” MerCOledì 2 GIUGNO Odeo del Teatro Olimpico - ore 17.00 “ravel e l’anima delle cose” edizione Il Saggiatore restagno musicologo / Tchakerian violino / redaelli pianoforte Ravel, Sonatina per pianoforte - Tzigane per violino e pianoforte Relatori: Mosca e richter PROGETTO GIOVANI SABATO 5 GIUGNO Palazzo Leoni Montanari - ore 17.00 “en blanc et noir” (in collaborazione con INTESA SANPAOLO e con AMICI DELLA FENICE) di dedda pianoforte (vincitore Premio Venezia 2009) Bach, Partita in do minore - Debussy, Preludi - Chopin, Sonata “Marche funébre” PROGETTO “RACCONTARE LA MUSICA” dOMeNICA 6 GIUGNO Odeo del Teatro Olimpico - ore 17.00 “Il salotto musicale di Pauline Viardot” (in collaborazione con PALAZZETTO BRU ZANE CENTRE DE MUSIQUE ROMANTIQUE FRANÇAISE) Novikova mezzosoprano / Piran pianoforte / Vitali musicologo Musiche di Garcia, Chopin, Liszt, Rossini, Gounod, Saint-Saëns, Fauré, Gluck. lUNedì 7 GIUGNO, MerCOledì 9 GIUGNO, VeNerdì 11 GIUGNO Teatro Olimpico - ore 20.00 Gaetano Donizetti, dON PASQUAle (in collaborazione con la FONDAZIONE DONIZETTI di Bergamo) Dramma buffo in tre atti (Parigi, Théâtre de Italiens, gennaio 1843) ricostruzione della versione con mezzosoprano, nel centenario della morte di Pauline Viardot Don Pasquale - regazzo / Malatesta - Nani / Ernesto - d’Aguanno / Norina - Carnevale / Un notaro - Vassilakis / Coro dodecantus (maestro del coro Malavasi) / Bellotto regia / Orchestra di Padova e del Veneto / rigon maestro concertatore e direttore Conferenza introduttiva: Suozzo - lunedì 7 giugno - Odeo del Teatro Olimpico, ore 19.00 PROGETTO GIOVANI dOMeNICA 13 GIUGNO Palazzo Leoni Montanari - ore 17.00 “Integrale delle Sonate per violoncello e pianoforte di Camille Saint-Saëns” (in collaborazione con INTESA SANPAOLO e con PALAZZETTO BRU ZANE CENTRE DE MUSIQUE ROMANTIQUE FRANÇAISE) Jávorkai violoncello / Biermasz pianoforte Saint-Saëns, Sonata in do minore op. 32 - Sonata in fa maggiore op. 123

19a

edizione

AmbAsciAtori di note

. MUSICISTI ITALIANI NELLE CAPITALI D’EUROPA. PRIMA TAPPA: PARIGI.

19 MAGGIO > 13 GIUGNO/2010 TEATRO OLIMPICO VICENZA

DIRETTORE ARTISTICO GIOVANNI BATTISTA rIGON

con il contributo di

in collaborazione con

rai radio 3 Classica Fazioli pianoforti Accademia Olimpica Il Giornale di Vicenza Festival Biblico Conservatorio di Musica di Vicenza “Arrigo Pedrollo” Associazione Mousikè Forma

BIGlIeTTI e ABBONAMeNTI Biglietto Opera e Concerto di Apertura (19 maggio) Intero gradinata centrale 40 € / Intero laterale categoria 35 € / Ridotto gradinata laterale 30 € Biglietto Concerti 23 maggio, 25 maggio, 29 maggio Intero gradinata centrale 20 € / Intero gradinata laterale 15 € / Ridotto gradinata laterale 10 € Biglietti “raccontare la Musica” nell’Odeo del Teatro Olimpico 2 giugno e 6 giugno: Ingresso unico 10 € Offerta Concerti e “raccontare la Musica”: Offerta 3 x 2, assisti a tre concerti a scelta (tra 23, 25, 29 maggio, 2, e 6 giugno) al prezzo di due. Biglietto GUSTAlOPerA 15 € / Buffet dopo concerto nel giardino del teatro o presso un ristorante vicino alla presenza degli artisti rIdUZIONI: Soci Amici dell’Olimpico. Gruppi (min 20 persone) ABBONAMeNTI Abbonamento intero gradinata centrale a tutti gli spettacoli e l’opera (turno A, B, o C) 140,00 € / Abbonamento intero gradinata laterale a tutti gli spettacoli e l’opera (turno A, B, o C) 125,00 € / Abbonamento ridotto gradinata laterale a tutti gli spettacoli e l’opera (turno A, B, o C) 80,00 € / “Abbonamenti concerti” spettacoli del 23, 25, 29 maggio, 2 e 6 giugno: intero gradinata centrale 60,00 € / intero gradinata laterale e platea 50,00 € / ridotto gradinata laterale e platea 40,00 € Il costo di biglietti e abbonamenti si intende esclusa la prevendita. Biglietti e abbonamenti saranno disponibili dal 19 aprile presso: Settimane Musicali al Teatro Olimpico - contrà San Pietro, 67 - tel 0444 302425 da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.00 sabato dalle ore 10.00 alle ore 13.00; Circuito Greenticket on line www.greenticket.it - call center 899 5000 55; Filiali Banca Popolare di Vicenza; Biglietteria del Teatro Comunale - viale Mazzini 39 - tel. 0444 324442 - fax 0444 236336 email biglietteria@tcvi.it - da martedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 - il sabato dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00 / Pagamento: contanti, assegno bancario o bancomat, carta di credito (Visa, Mastercard, BancoPosta). I residenti fuori Vicenza possono prenotare telefonicamente e pagare tramite bonifico, vaglia postale, carta di credito. CONCerTI PrOGeTTO GIOVANI I concerti del 30 maggio, 5 giugno e 13 giugno 2010, realizzati in collaborazione con Intesa Sanpaolo e ospitati alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, sono prenotabili fino ad esaurimento dei posti disponibili, telefonando al numero 800.578875. Il biglietto d’ingresso alle esposizioni permanenti (intero € 4,00 - ridotto € 3,00), consente di assistere ad uno dei concerti programmati. Per INFOrMAZIONI elisabetta.rigon@olimpico.vicenza.it info@olimpico.vicenza.it Settimane muSicali al teatro olimpico, Contrà San Pietro 67 - 36100 Vicenza Tel e fax 0444 302425 / Cell 347 4925005 Membro European Festival Association

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REDAZIONALE

SAPORI D’ESTATE a cura della redazione

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n questo 2009 particolarmente difficile per l’economia italiana e mondiale per fortuna ann questo 2010esistono particolarmente difficile che aziende che non soffrono. Una per l’economia italiana e mondiale esi- di queste certamente SAFAC Alstono perèfortuna anche la aziende chedinon te di Montecchio Maggiore (Vicensoffrono. Una di queste è certamente la za), un’azienda opera daMaggiore anni nel SAFAC di Alte di che Montecchio settore delle attrezzature per (Vicenza), un’azienda che opera dagelateanni ria,settore pasticceria e ristorazione e che in nel delle attrezzature per gelaquesti mesi si sta dimostrando teria, pasticceria e ristorazione e chepartiin colarmente vivace e attiva. questi mesi si sta dimostrando particoIn questa sede approfondiamo uno larmente vivace e attiva. dei settori nei quali opera la Safac: la Inproduzione questa sededi approfondiamo unoci semgelato, tema che dei settori nei quali opera la Safac: bra particolarmente adatto allala staproduzione di gelato, ci sembra gione estiva che statema per che cominciare. particolarmente adatto alla stagione L’azienda di Montecchio infatti è estiva che sta per cominciare. l’alleato ideale per chi si dedica alla L’azienda di Montecchio è vicina produzione di gelato: èinfatti sempre l’alleato ideale perche chi decida si dedica sia al gelatiere dialla iniziare produzione di novo gelato:sia è sempre vicina l’attività ex a quello che insia al gelatiere che decida di iniziare tenda rinnovare un progetto non più l’attività ex novo sia a quello che intenconfacente al mutare dei tempi, delnormative dei... gusti dei clienti. dalerinnovare un eprogetto non più Naturalmente sa chedelle la “quaconfacente al mutareSafac dei tempi, lità” del prodotto è fondamentale: la normative e dei... gusti dei clienti. ricetta base va personalizzata e gli inNaturalmente Safac sa che la “qualità” gredienti a seconda del tidel prodottobilanciati è fondamentale: la ricetta po di gusto, che deve essere dato base va personalizzata e gli ingredienti da prodottianaturali provenienza bilanciati secondadi delsicura tipo di gusto, e puntando sulla stagionalità. In poche deve essere dato da prodotti naturali che parole, è impossibile ottenere di sicura provenienza e puntando sulla un gelato davvero buono partendo da stagionalità. un’unica base per tutti i gusti e camIn poche parole, è impossibile ottenere biando il sapore semplicemente agun gelato davvero buono partendo da giungendo una piccola quantità di un’unica base per tutti i gusti e cambianfrutta, di aromi, cioccolata o altro: doper il sapore semplicemente aggiungendo realizzare un gelato artigianale di una piccola quantità di frutta, di ogni aromi,gualta qualità occorre lavorare cioccolata o altro: per realizzare un il gesto in modo diverso. Per fare ciò gelato artigianale di alta qualità occorre latiere ha a disposizione una macchilavorare ogni gusto in modo diverso. na adeguata che risponde al nome di Per fare ciòBravo il gelatiere ha a disposizione Trittico Executive: una macuna macchina adeguata che rispondericetal china che pastorizza e manteca nome Trittico Bravo Executive: unageta sudiricetta e che oltre a creare un macchina chequalità pastorizza e manteca lato di alta produce anchericetmotanoporzioni, su ricetta e che oltre a creare un gelato semifreddi, granita alla creme, cioccolatini ed altro disiciliana, alta qualità produce anche monoporancora… zioni, semifreddi, granita alla siciliana, Safac progettaed e realizza l’intero lacreme, cioccolatini altro ancora… boratorio, consigliando le attrezzatuSafac progetta e realizza l’intero labore piùconsigliando idonee ad operare in velocità, ratorio, le attrezzature più precisione e qualità. idonee ad operare in velocità, Non solo, oltre ad occuparsi della lavorazione è vicino al cliente anche

La Safac e il gelato artigianale

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Anno XX - 6 - giugno 2009

nella scelta del banco vendita, che ol-

precisione e qualità.adNon solo, oltre ad tre al rispondere esigenze estetiche occuparsi della lavorazione è vicino al deve avere particolari caratteristiche, cliente scelta del banco vencome anche spieganella il responsabile tecnico dell’azienda Massimoad Piazza: dopdita, che oltre Sig. al rispondere esigenze pia ventilazione, ad inestetiche deve averesbrinamento particolari caratversione come di ciclo, compressori trifase teristiche, spiega il responsabile possibilmente semiermetici remoti, tecnico dell’azienda Sig. Massimo Piaztemperatura differenziata e reversibiza: doppia ventilazione, sbrinamento ad le per poter variare l’esposizione inversione di ciclo, compressori trifasedei prodotti in vasca duranteremoti, le varietemstapossibilmente semiermetici gioni, visione ottimale dei prodotti peratura differenziata e reversibile per esposti. poter variare l’esposizione dei prodotti Il Sig. Giovanni Satanassi Sain vasca durante le varie stagioni,della visiofac specifica che la gelateria deve avene ottimale dei prodotti esposti. re un’immagine fresca, colori coordiIl Sig. Giovanni Satanassi della Safac nati, riuscire a trasmettere al cliente specifica che la gelateria deve avere la cosa più importante, l’artigianalità: un’immagine fresca, colori coordinati, una genuinità priva di grassi idrogeriuscire a trasmettere al cliente la cosa nati, additivi e coloranti, un gelato più importante, l’artigianalità: una genuasciutto, cremoso, consistente di otinità di grassi idrogenati, additivi timapriva struttura, stabile in vetrina e naeturalmente coloranti, uncon gelato asciutto, gusti decisi cremoso, e squisiti. consistente di ottima 2008/2009 struttura, stabile Nella stagione oltreina vetrina e naturalmente con gusti decisi ea ristrutturazioni e nuove aperture squisiti. Cerea, Bovolenta, Montecchia di CroInsara, questa 2010, oltre alleVerona, S. stagione Giovanni Lupatoto, nuove gelaterie MILLEUNANOTTE di Sovizzo, Padova, Bassano del Grappa, Longare, Altissimo, per la Safac Caldogno (VI), GOLOSI E CONTENgrande soddisfazione arrivata TI di Vicenza, TOGNATO èALICE di da clienti che hanno valorizzato prodotTencarola (PD), RIALTO di Selvazzano ti dolciari (vedi il mandorlato Dentro (PD),locali gelateria SOTTOSOPRA di Cologna Veneta) e proposto partidi Carmignano di Brenta (PD), gelateria colari liquori ricavati da erbe dei BLU ICE di Rovigo, ROSAPANNA noprati e(RO), boschi. La soddisfazione distri Rosolina si ringraziano anche più intensa è arrivata da Antonio Mezla gelateria IL GELATAIO di Vicenza, zalira della gelateria “Golosi di natuPICCOLE VOGLIE di Torri di Quartera” di Gazzo Padovano, hagelatevinto solo, ISALBERTI di Cerea che (VR), la Coppa d’Oro alla 39° edizione del ria CAPO NORD di Legnago (VR), MIG di Longarone con il suo gelato al CHOCOLAT di Colognola ai Colli VR),

prosecco e ha riconfermato l’alta professionalità al Vinitaly di Verona, pre-

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sentando con grandissimo successo il

gelateria ZERO NOVE di Albaredo gelato allo champagne. Un grande sucd’Adige (VR), MONDOGELATO di cui cesso per questo artista del gelato, Lonigo (VI), gelateria BELLINI di San ha contribuito certamente il Trittico Giovanni Lupatoto (VR), IL GABBIABravo Executive, che ha lavorato al NO di S.Bonifacio (VR) perricette. la fiducia meglio le sue particolari La Safac infine siunpreoccupa anaccordata, acquistando Trittico Bravo della formazione, istituendo coreche promuovendo detto sistema. si Safac di gelateria e pasticceria gratuiti: La si preoccupa anche della anche per la stagione 2009/2010 saformazione, istituendo corsi di gelateria ranno in programma incontri che e pasticceria gratuiti: in questa stagione, coinvolgeranno centinaio di gelacome di consueto, un sono in programma tieri di Verona Vicenza e Padova che incontri mensili, nonchè il tradizionale mettono a confronto idee ed especorso di gelateria ad Ottobre, dove , rienze con ilc’è coordinamento normalmente, la partecipazionedidi un un maestro gelatiere nacentinaio di gelatieri d’importanza di Vicenza, Verona zionale. Nel corso di questi incontri e Padova. verranno presentate le nuove propoQuest’anno, verrà trattato, tra l’altro, il ste per il 2010. programma BIO ed il programma Cami. Quindi un’azienda completa, che La Safac infine si preoccupa anche del si disingue anche per la cordialità della formazione, istituendo corsi di di suo staff: Mariarosa, Mara, Franco, gelateria e pasticceria gratuiti: anche per Vincenzo, Massimo e Giovanni. la stagione 2010 saranno in programma incontri che coinvolgeranno gelatieri di ogni pate del Veneto che mettono a confronto idee ed esperienze con il coordinamento di un maestro gelatiere Mamma mi sento sicura con te! d’importanza nazionale. Tu sei come il mare Nel corso di questi incontrilimpido, infinito, profondo; verranno presentate le nuove proposte perè ilbello 2011.stare con te perché tu Quindi che sei laun’azienda forza e lacompleta, gioia mia. si Mamma, disingue anche per la cordialità del sei una farfalla colorata suo staff: Mariarosa, Mara, Franco, che mi conduce Vincenzo, Massimo e Giovanni. verso prati inesplorati,

Alla mia cara mamma

dove i fiori ci sussurrano dolci e armoniose canzoni! Caterina (9 anni)


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22. ARTISTI ALCHEMICI

MONICA MELANI Dal 1981, Monica Melani, sperimentando varie tecniche, supporti e processi pittorici alla ricerca “dell’invisibile filo che tutto unisce”, indaga la trasmutazione della materia e le sue leggi, al fine di acquisire ed accrescere consapevolezza circa gli elementi fisici e metafisici che interagiscono nel processo creativo. Una ricerca che nel 1999, culmina con la messa a punto di una particolare tecnica, che chiamerà “Metodo MelAjna” e che riconosce nella dimensione Energetica del ColoreLuce-Vibrazione, il Principio Manifesto di ogni Genesi. Dice l’artista: “Ciò che ha consentito al mio interiore di intuire, sperimentare e mettere a punto questa particolare pratica è l’aver considerato il colore non solo in senso puramente fisico ma nella sua Essenza di Luce. Il Colore è infatti Vibrazione Manifesta, una qualità della Luce Creatrice. Il Colore/Vibrazione è ciò che in-forma, crea la forma, E’ la forma. Aprire il cuore alle proprietà metafisiche, multidimensionali e spirituali del colore, mi ha consentito di conoscere e precipitare nella materia piani sottili altrimenti invisibili agli occhi fisici”. E ancora: “E’ la struttura stessa del colore che lo consente, insieme ad un lavoro di “pulizia interiore da interferenze”. Il colore è infatti Essenza ma anche Manifestazione sul piano fisico. Quindi, predisponendo il mio interiore all’accoglienza “consapevole ed impersonale” e preparato uno spazio sacro (il foglio), riempito con l’acqua (il ventre), quasi fosse uno specchio (ad immagine e somiglianza; cosi’ in alto, così in basso), il colore diviene un ponte fra le intenzioni/pensiero e le forme dei vari piani, e le opere veri e propri portali dimensionali, vibrazione sottile manifestata, testimonianza di un principio cosmico che compenetra ed unisce tutte le forme di vita, visibili ed invisibili”.

Monica Melani, “Caos”

Monica Melani, “La fonte”

Una nuova tecnica che, rendendo visibile agli occhi fisici ciò che altrimenti appartiene al sentire, intuire e percepire dell’uomo, può aiutarlo a divenire sempre più consapevole della sua identità divina e co-creatrice e della sua straordinaria respons-ABILITA’. Attraverso la conoscenza della Genesi che sottende ad ogni cosa creata, l’uomo potrà consapevolmente ri-creare il mondo in cui vivere: Una nuova e straordinaria opportunità donata all’uomo! Per chi vorrà approfondire o imparare questa nuova disciplina: www.monicamelani.org

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Monica Melani, “Storia di una rosa - dettaglio”

Monica Melani, “Indiani d’america”


P R E M I O A F RO D I T E

DANIEL LIFSCHITZ e RITA PIERANGELO

dal 18 giugno al 4 luglio 2010

Il Mitreo di via Marino Mazzacurati 61-63, Roma è lo spazio polivalente per l’Arte contemporanea gestito dall’ Impresa al Servizio dell’Individuo e Della sua Evoluzione ( I.S.I.D.E:). L’art director, Monica Melani, ha trasformato con illuminata previsione e straordinaria capacità creativa uno dei tanti luoghi abbandonati dell’archeologia industriale in -luogo-opera-. Nel Mitreo tutti, attori e pubblico, sono parte integrante e partecipe delle numerose iniziative che settimanalmente si svolgono. Notevoli sono stati i consensi,in particolare dal Municipio di Roma XV – Arvalia Portuense, che ha stipulato con l’impresa I.S.I.D.E. una convenzione per condividerne gli intenti progettuali, divenendone così il primo partner. Il Mitreo di Iside tende a colmare quella distanza e quel distacco, dovuti per lo più alla discontinuità ed alla disomogeneità delle iniziative degli ultimi decenni nel settore delle arti visive e dello spettacolo. Nasce come spazio per le molteplici manifestazioni che scaturiscono dal quotidiano, capaci di rigenerarlo per assicurare un rinnovato ruolo sociale degli artisti e per sviluppare una nuova ecologia dei territori, veramente sostenibile. Il Mitreo di Iside per sua natura si integra perfettamente all’interno del sistema di sviluppo e rigenerazione delle periferie già in atto e vuol divenire simbolo della potenza trasformatrice dell’arte di qualità; è, infatti, un nuovo centro della contemporaneità che conferisce agli eventi una dimensione che va ben oltre i suoi confini, come la mostra di Daniel Lifschitz e Rita Pierangelo dal 18 giugno al 4 luglio 2010. L’artista Daniel Lifschitz nasce nel 1937 a Berna da famiglia ebraica. Prende coscienza di essere ebreo in opposizione al clima antisemita che si respirava allora nella società svizzera. Diventa collezionista archeologo e fonda un museo vicino al suo kibbutz Nir-David, nel parco nazionale Sachne. Dopo quindici anni di migrazioni geografiche, affettive e religiose in Israele, India, Grecia e Italia, dove attualmente vive, si avvicina alla Chiesa Cattolica e diventa esegeta, scrittore e autore teatrale. La pittrice Rita Pierangelo nasce a Padova nel 1966. Durante il suo percorso di formazione matura la consapevolezza dell’importanza dell’espressione artistica e sceglie le tecniche la conducono a privilegiare la pittura ad olio acrilico ed acquerello. Nell’ambito della sua ricerca estetica sperimenta altri materiali come la creta, il legno e la ceramica. Vive e lavora a Grisignano di Zocco,Vicenza.

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ARTISTI ALCHEMICI

RODOLFO CUBETA Finalmente silenzi Sulla culla della vita Con la mente in nuovi pensieri S’innalza lo spirito tutto Straripa il cuore d’amante Vagabondo veleggia il pensiero Implacabile bussa il ritorno Forte e ribelle urla il guerriero Non chiamatemi...non chiamatemi Qui mia anima vuol rimanere ..finalmente silenzi (Rodolfo Cubeta)

1. “Dreaming of N.Y.”

Non mi definisco un pittore nel senso classico della parola, bensì uno sperimentatore e ricercatore d'arte. L'intento artistico/creativo, molto importante per me, si basa su una introspezione ed estrapolazione della parte più intima del mio inconscio, da qui l'emozionalità, la passione, le sinergie di luci ed ombre come metafore evidenti del corso della vita. Uso come mezzo di espressione pittorica sostanzialmente paesaggi urbani, perchè ritengo che chi vive in città, così come me, ha davanti ai suoi occhi ripetitive e sfuggenti immagini; cerco allora contraddittoriamente, quasi come se fosse una sfida tra l'uomo e il progresso, di animare ed enfatizzare quelle immagini quotidiane; il mio intento è quello di ricondurle ad una surreale poetica individuale, un po' malinconica si, ma con chiari propositi positivi nella ricerca di una luce vitale data dal bianco puro. Terminato un dipinto mi distacco totalmente da esso, come un messaggio inserito in una bottiglietta di vetro e gettato nel mare.

2. “Di tutte le strade”

La mia tecnica esecutiva: paste acriliche, sabbia, resina e polvere di marmo per preparare la tela, uso fare la bozza iniziale a base acrilica per terminare poi con molteplici velature di colore ad olio. Contatti: Via Monte Petroso, 15 - Roma Studio - Via Ugento 17 - Roma rodoart@libero.it - cell. +39-3201117011

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3. Stazione di Francoforte


6. “Paesaggio anemico”

4. “N.Y., awakening...”

7. “Silhuette”

“Sovrana del sè, unica signora e padrona dei miei labirinti sei. Se ti nominano non ti volti, ma chi ti si oppone lo porti via. Con un filo rosso di sangue o di follia.”

5. “Rain” 8. ”Florence Station”

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26. EVENTI INTERNAZIONALI

LE GRANDI EXPO Tant’ è che nei primi anni del XX secolo le Esposizioni universali cominciarono a moltiplicarsi a tal punto che nel 1928 fu necessario costituire un Organismo apposito, il B.I.E. Bureau International des Expositions, delegato a regolamentare tali manifestazioni per evitarne l’inflazione e la conseguente perdita di efficacia, declassando molte delle proposte avanzate come Esposizioni Internazionali anzichè Universali. LONDRA 1851

M ovente principale comune a tutte le esposizioni Universali ed Internazionali svoltesi dalla metà del

XIX secolo ad oggi e’ la promozione a livello tecnico e commerciale del Paese organizzatore: esposizione, quindi esibizione, del livello tecnologico, scientifico e sociale in grado di proporsi al mondo quale protagonista d’avanguardia nel divenire della civiltà. Naturalmente tutto quanto stagliato su di uno sfondo a carattere ideologico, politico ed economico. Le Expo sono in sostanza la riproduzione in forma macroscopica a partecipazione globale della “fiera di paese” già presente nel medioevo e prima ancora nel tempo, e così, come ogni fiera commerciale, si manifesta attraverso simboli ed elementi “gridati”, in questo caso costituiti da opere architettoniche o tecniche di straordinaria dimensione. Contestualmente, meno appariscentemente e forse meno consapevolmente, si rivelano opportunità di scambio culturale, scientifico ed artistico. Il “Sapere”, in queste aree aperte e cosmopolite, altrimenti relegato e custodito più o meno gelosamente entro i confini delle Università e dei luoghi esclusivi della conoscenza, diventano patrimonio di tutti facilitando il reciproco scambio culturale. I simboli di queste manifestazioni sono costituiti dagli edifici architettonici che, in primo luogo il Paese organizzatore e secondariamente i partecipanti nel loro padiglioni, fanno a gara per presentare al mondo il meglio del loro progresso. Esaminando questi simboli fisici si può capire in quale contesto culturale e tecnologico il Paese in quel momento storico opera. Sono in genere edifici di dimensione enorme, per ampiezza o per altezza, quelli della Nazione organizzatrice atti a trasmettere al mondo la grandezza politica, la capacità economica, la superiorità ideologica dello Stato che li propone. In seguito ai grandi successi delle prime Esposizioni universali non fu difficile comprendere che tali manifestazioni servivano non solo al lustro del Paese e della città promotrice ma rappresentavano un vero grande business economico capace di ridisegnarne il futuro urbanistico ed costituire un volano economico di sicura efficacia.

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La prima Esposizione Universale si tenne a Londra nel 1851 ed in tale occasione venne costruito in Hyde Park il Crystal Palace , in ferro e vetro, in stile vittoriano e di dimensioni enormi atte appunto ad ospitare l’Expo. Rappresentava semplicemente un immenso contenitore per i padiglioni dei Paesi partecipanti e assurgeva contemporaneamente a simbolo della manifestazione stessa. Una serra di 1851 metri di lunghezza per 450 metri di larghezza, progettata dall’architetto-giardiniere Joseph Paxton allo scopo di celebrare le moderne tecniche industriali. Strutturato in ferro e tamponato in vetro il Palazzo di cristallo di Londra divenne simbolo ed ispiratore di una serie di importanti successivi edifici. L’ingresso del ferro quale materiale portante in architettura fu dovuto principalmente allo sviluppo dell’ingegneria e dei processi di industrializzazione legate alla Rivoluzione Industriale che consentì l’abbattimento dei costi di produzione dell’acciaio e della ghisa. La struttura del Crystal, costituita da moduli prefabbricati aggregabili fra di loro in un crescendo infinito di possibilità espansive, vera e propria tecnica innovativa che l’architettura moderna, fu suggerita principalmente da necessità organizzative. Infatti Paxton, incaricato della progettazione, si rese immediatamente conto che il tempo a disposizione non avrebbe mai permesso la costruzione di un edificio di tali dimensioni in muratura; pertanto prese a prestito l’idea recente già utilizzata per le serre e per i ponti in ferro ed applicò il concetto di modulo aggregabile, realizzabile fuori cantiere e contemporaneamente in più officine. L’idea corrispondeva pure alla necessità di smantellare facilmente l’opera a fine manifestazione, tant’e’ che il Crystal Palace fu traslocato alcuni anni dopo dalla sede originale di Hyde Park in un’altra zona della città ( Levisham ) dove venne distrutto da un incendio nel 1936.


PARIGI 1889

MILANO 1906 La tematica della Esposizione Internazionale di Milano del 1906, tenutasi nell’attuale Parco Sempione e nella sede separata dell’attuale Fiera collegate tra loro con una avveniristica ferrovia sospesa, e’ quella dei trasporti. L’area occupata dall’Esposizione superò complessivamente il milione di metri quadrati. In particolare fu ideata per celebrare il completamento del Traforo del Sempione, che rendendo possibile la prima linea ferroviaria diretta tra Milano e Parigi, assegnava a Milano la statura di città europea, e, per la prima volta, si dette ampio spazio all’Arte dedicando ad essa l’intero spazio del Parco. Contrariamente alle precedenti grandi Fiere non fu costruito un grandioso edificio simbolo ma le mostre si svilupparono in una serie di 225 edifici di media dimensione, tutte distrutte nel tempo tranne l’Acquario, contenenti le varie tematiche proposte dalla organizzazione. Tra gli edifici realizzati, parte di notevole fattura architettonica parte di forme stilistiche desuete, l’Acquario Civico dell’arch. Sebastiano Locati rappresenta uno degli esempi più significativi del liberty italiano.

L’Expo do Parigi del 1889 fu organizzata per il precipuo scopo di celebrare il centenario della Rivoluzione francese ed illustrare i recenti prodigi della tecnica. Al tempo medesimo doveva essere una risposta francese, nell’ambito della competizione sul piano del prestigio nazionale, alla presunta egemonia britannica.

Il “simbolo cartaceo” della Fiera fu affidato per la prima volta all’immagine con la realizzazione del manifesto pubblicitario realizzato dal cartellonista triestino Leopoldo Metlicovitz con evidenti caratteristiche di segni precursori dell’arte futurista. Certamente non si può assegnare alla lungimiranza artistica il Padiglione dei trasporti marittimi con il suo improbabile faro.

I francesi ed i Paesi partecipanti presentarono una serie innumerevole di innovazioni tecnologiche ( i “prodigi della tecnica “) destinate a dominare il secolo successivo : ascensori, la luce elettrica ed il suo utilizzo in alternativa al vapore, impianti ferroviari, il tramway elettrico, la fotografia e l’animazione fotografica ( preludio al cinema dei fratelli Lumiere), e molte altre. I simboli architettonici sono rappresentati dalla Galleria delle Macchine, dal Globo Terrestre e dalla celeberrima Tour Eiffel, costruite sul Campo di Marte nei pressi del Trocadero. La torre, audace ingresso dell’esposizione, destinata nelle intenzioni ad essere smantellata entro 20 anni, e’ invece diventata l’icona della città parigina. Vero e proprio totem metallico sviluppa in verticale il concetto di grandeur della nazione francese e sintetizza la capacità tecnologica raggiunta dalla scienza. E’ l’occasione per mostrare al mondo la potenza innovatrice dell’energia elettrica applicata agli ascensori ed alla illuminazione pubblica; l’occasione per celebrare la duttilità architettonica e, con i suoi oltre 300 metri, la potenzialità ingegneristica delle strutture metalliche. Vista inizialmente con scetticismo in quanto opera d’arte architettonica e’ stata ampiamente rivalutata in tempi più recenti. Indubbiamente il design della silouette della torre rivela una evidente preziosità stilistica se storicamente contestualizzata. Purtroppo, come spesso accade alla eccessiva notorietà simbolica, il business dei souvenirs ha contribuito a relegare l’opera fra i trofei turistici della peggior riproduzione kitsch.

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ROMA 1942

Lo stesso padiglione della Cina, il più grande ma di dimensioni contenute, il cui colore rosso intenso ( ideologico ? ) manifesta una pesantezza stilistica che lo assegna alle opere architettoniche di dubbio gusto e rivela una demagogia di fondo rispetto alla tematica principale della mostra tessa. Assolutamente coerente appare invece il padiglione allestito dall’Italia, dedicato alle innovazioni tecnologiche, stilisticamente perfetto, progettato da Gianpaolo Imbrigli, costruito in “ cemento trasparente” che consente la filtrazione della luce naturale esterna di giorno ed una proiezione dell’illuminazione artificiale all’esterno di notte, realizzando una interdipendenza continua con la città circostante.

All’interno dell’analisi delle opere architettoniche delle Esposizioni Universali un breve cenno spetta alla EUR di Roma, “l’evento che non ci fu” a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. Restano però i grandiosi edifici costruiti per la manifestazione ad opera di Pierluigi Nervi, Alberto Libera e dell’architetto del regime per antonomasia Marcello Piacentini che, in qualità di direttore della mostra, impose uno stile che i critici definirono “ monumentalismo”, altri con il più benevolo termine di “ neoclassicismo semplificato”, una sorta di compromesso tra razionalismo e modern style. SHANGAI 2010

All’interno si organizzano singole sale tematiche dedicate alle eccellenze italiane ( design, arte, cibo, abbigliamento ecc.. ), preludio alla futura Expo milanese. MILANO 2015 A conclusione del breve e sommario excursus sulle Expo Universali merita un cenno a quella che si terrà a Milano nel 2015, o quantomeno alle sue “intenzioni”. Con il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” l’Expo di Milano si propone il problema dell’alimentazione globale compatibilmente con le risorse disponibili in un quadro di maggior equità distributiva. Molto meno faraonica sarà l’area destinata all’evento (un milione di mq. ) corredata da un attento piano territoriale rivolto alla riqualificazione urbanistica del sito: un’ area industriale dimessa e provvisoriamente adibita ad impianti logistici ed agricoli. Il progetto generale, sintetizzando, prevede un asse principale di 3 km ( boulevard ) ed uno perpendicolare più limitato sui quali si affacciano i padiglioni dei paesi partecipanti ; i due assi si intersecheranno su di una grande piazza, mentre il perimetro esterno e’ costituito da un grande canale navigabile. Un lago artificiale conterrà un teatro sull’acqua. Due collegamenti, la “via d’acqua” e la “ via di terra” collegheranno il sito con la città di Milano.

Tema dell’Esposizione che si sta tenendo in questi mesi a Shangai e’ “ una città migliore, una vita migliore”; un momento di riflessione sulla qualità della vita e sul futuro delle città che mette a confronto le diverse risposte dei Paesi partecipanti allo sviluppo sostenibile dell’umanità. In particolare la gara si dipana nella ricerca dello sviluppo armonico tra le innovazioni tecnologiche ed il rispetto ambientale, tra l’abitazione dell’uomo e la città che la contiene. Non manca di farsi notare una prima contraddizione fra il tema dell’Esposizione con la straordinaria dimensione dell’area impiegata dall’Esposizione e nel contempo l’impostazione di spettacolarità con cui la Cina ha voluto marcare l’evento, con le sue gigantesche scenografie condite con immense esplosioni di fuochi d’artificio nei giorni dell’inaugurazione.

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Più soft anche i padiglioni dei Paesi partecipanti sistemati al di sotto di tensostrutture di dimensione modesta e gli edifici che prenderanno posto all’interno della mostra :un auditorium ed un anfiteatro scavato contrapposto ad una collina verde saranno gli edifici qualificanti. Gli impianti edilizi saranno progettati per essere smontati a fine manifestazione, riutilizzati o riciclati e particolare attenzione verrà posta al risparmio energetico, alla riduzione dei consumi ed all’utilizzo dell’acqua di falda. Come si vede l’attenzione progettuale e’ rivolta più all’impostazione urbanistica che alla monumentalità edilizia in un contesto ambientale di basso impatto visivo, privo di desueto e anacronistico simbolismo, rispettoso della dimensione urbana ed umana. Arch. Gianni Riva


Geniali, creativi, ma soprattutto meticolosi esecutori di un mestiere che in fatto di duttilità e tradizione ha pochi rivali, i fratelli Guerra sono specializzati in lavorazioni che variano dall’acciaio, alle forgiature, dai progetti di design, alle soluzioni tecniche più originali che permettono di realizzare ambienti suggestivi, risolti con maestria, precisione e professionalità.

LAVORAZIONE FERRO - OTTONE - RAME - ACCIAO INOX Guerra Fratelli - Via Brenta, 12/a - 36010 Monticello C. Otto (VI) tel. 0444.596922 - fax . 0444.298231 - email: info@fratelliguerra.it www.fratelliguerra.it

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30. ARTISTI EMERGENTI

MONICA MARTINS Il sentimento del Tempo

1. A Continuidade do Azul 60x60

Sono nata in una città illuminata dei colori e dei sapori. Da piccola mi piaceva disegnare sulle mura delle case delle mie nonne. Dopo, ho limitato il “mio spazio pittorico” e disegnavo continuamente nei miei quaderni scolastici. Il tempo non si ferma mai, mi ricorda Cazuza ­cantore e compositore Brasileiro. Nell’età dai 17 ai 23 anni ho dipinto quasi tutti i giorni. Vivevo in una cittadina di campagna, nell’interior di Pernambuco: Gravata ­ una piccola città di collina, a 80 Km da Recife, tranquilla e che ispira chi si permette d’essere invaso dalla sua serena atmosfera. Lo sviluppo della mente nella continuità della vita mi ha portata a ammirare e a dedicarmi ad altre cose. Scrivere scientificamente e pensare alla letteratura con serietà mi ha fatto appassionare alla critica letteraria. Con la conoscenza sulla semiotica la mia visione del mondo “cambia”, inducendomi a lavorare nella instancabile e soddisfacente ricerca delle voci dei poeti, dei pittori e degli scultori. La laurea non mi era sufficiente, così mi sono specializzata in critico letterario e critico d’arte. Come la Parabola del Figlio Prodigo, ritorno a disegnare; non utilizzo più i pennelli, la tinta ad olio... Oggi con l¹aiuto dell¹arte grafica digitale riempio e coloro i miei disegni. Monica Martins è laureata in lettere all’Università Federal de Pernambuco - Brasil. Specializzata in critico letterario e d’arte. Con studi approfonditi sulla semiotica e con tesi sull’intertestualità poetica in Rainer Maria Rilke e le opere di August Rodin. Nata a Recife- Brasil. Sito: www.monicamartins.com E-mail: info@monicamartins.it Tecnica Mista – Disegno manuale + Art Digitale

2. O Voo da Borboleta 60x60

Prossimi Eventi

29 Maggio – 6 Giugno 2010 ArteBo Association Via San Petronio Vecchio, 8 Bologna. 23 Giugno – 5 Luglio 2010 L’Altrove Spazio D’Arte – Ferrara Sento il Tuo Profumo 18 settembre - 25 Settembre 2010 Museo D’Arte Di Chianciano – Terme. Premio Internazionale Arte Digitale e Fotografica 27 Novembre – 5 Dicembre 2010 5° Biennale Internazionale d’Arte di Ferrara L’estasi dei Sensi

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3. Homenagem ao Fogo 70x50


1.

KRISTEL VENDRAME Gli scenari che si aprono alla vista dei quadri di Kristel Vendrame sono territori interiori legati all’intimo dell’autrice, di difficile lettura ma dalla splendida capacità di rapire l’attenzione dell’osservatore. Il potente simbolismo metafisico e dell’inconscio, presente nelle sue opere, evoca demoni e sinistri frammenti della nostra personalità che sono necessariamente celati dal nostri io razionale onde consentirci un rapporto di equilibrio con il mondo esterno. Queste tele vanno invece pervicacemente in senso opposto, spaccando l’involucro dell’Io razionale e spalancano le porte stige. Del resto, se il potere latente del simbolo era stato intuito e sviluppato da pensatori del calibro di Eliade e Jung, trova nuovi campi di sviluppo e ricerca nelle recenti scoperte del Dott. Leonardo Fogassi in relazione allo studio delle stimolazioni neuronali “specchio”. Ritengo che le opere contengano forti accenti autobiografici: ferite trasposte su tela del suo difficile rapporto con se stessa e con la banale, stupida e volgare realtà di tutti i giorni con cui farebbe volentieri a meno di confrontarsi. Se paragoniamo l’Io idividuale a un oggetto stellare morente e lo spazio cosmico all’inconscio, non possiamo non prendere atto che il primo, nel terribile spettacolo della sua esplosione e dissoluzione, ha la stessa maestosità di una nova. Kristel utilizza queste correnti e questi materiali incandescenti che fluiscono dalla lacerazione della sua anima e della sua psiche, danzando con feroce allegria come Shiva nel ballo che evoca la distruzione del trimurdio, come l’iniziato che si muove sul sigillo delle otto direzioni, la suprema rappresentazione dell’entropia e della centrifugazione di ogni unità e di ogni nucleo. La sua arte partorisce territori alieni ed esseri grotteschi solo in apparenza, poichè molti di loro, caduta la maschera, hanno le sembianze dell’archetipo, non a caso i cromatismi utilizzati hanno le stimmate di chi è simbolicamente letale in natura: certe gradazioni di verde, di magenta le ritroviamo sul dorso di pesci e ragni velenosi. Kristel ci guida dunque, attraverso le sue opere, verso la dissoluzione, il simbolo violento, la divinità agonizzante e più oltre ancora, dove l’angoscia della morte è annichilita dal terrore ultimo della visione del nulla su cui è costruito l’uomo. Filippo. Giuva Saboting 2009

2.

1. “Ofiuco”, 2010 - Olio su tela 2. “Trinity”, 2008 - Olio su tela 3. “Rosa Cape spinam cave”, 2009 - Olio su tela

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ARTISTI & CURATORI

FERDINANDO TOL-JARI L’altro volto del sé Osservare un dipinto di Ferdinando Tol-Jari è scegliere di aprire una porta su una dimensione altra, non sconosciuta a quella presente, non da essa completamente scollegata, ma comunque altra. Si tratta di quella realtà che appartiene al senso e al significato dell’essere umano, che sta all’origine del suo esistere e delle sue azioni. Cercare di “entrare dentro” un suo dipinto equivale a perdersi in un mondo cristallizzato, dove ogni sfaccettatura ha un proprio motivo, sia in quanto presenza, sia per il modo in cui occupa un determinato spazio sulla tela. Ogni opera è un ordinatissimo insieme di vocaboli, citati voce per voce ed ogni voce nelle sue possibili sfumature. Ne si è in principio attratti e in seguito si percepisce il rischio di non ritrovarsi più tra i numerosi elementi simbolici. Ma il timore si rivela immediatamente inconsistente, perché questa realtà altra è pizzicata come le corde di un violino nei suoi molteplici aspetti, non pesantemente descritta, ed è tenuta insieme da salde redini proprio perché tolemaicamente cristallizzata. È lì, davanti e intorno all’osservatore, si offre al suo sguardo totalmente, non gli sfugge e non necessita di farlo. È nell’eterno e dunque nel senza tempo e nel senza luogo, dove non esiste l’esigenza, se non addirittura l’ansia intellettuale, se non la fretta, del catalogare, dello spiegare. Semplicemente è. E ciò è sufficiente. Inoltre i diversi elementi dialogano naturalmente, senza bruschi passaggi, all’interno della raffigurazione, sostenuti in questo intento da una radiosa saga di colori, vorticosi ma immobili, emozionali ma talmente essenziali da saltare spesso il passaggio della tavolozza per finire subito sulla tela, cosicché nulla si perde della loro brillantezza ed intensità. È un’arte che guarda radicalmente alla natura umana, spesso non vista dall’uomo stesso, giacché concederle uno sguardo profondo conduce quasi inevitabilmente a prendersene la responsabilità e, forse, all’unico reale rischio di divenire esseri progressivamente più consapevoli e, pertanto, veramente liberi. www.tol-jari.net Lorena Zanusso 3.

1.

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1. “Destino” 2. “Ricordi” 3. “Il Delirio”


Per contattare il critico: lorena.zanusso@gmail.com

FERNANDO MASONE

1.

Le infinite possibilità della carta Quello di Fernando Masone è un laboratorio di idee senza tempo in continua evoluzione. Sito nel cuore della Giudecca, presso l’ex-convento dei Santi Cosma e Damiano, eredita a pieno titolo la vita di una città che porta perennemente nel presente i segni della propria storia. Nato a Pietrelcina (BN), operoso a Roma e a Venezia, ha finito per eleggere quest’ultima a propria dimora. Il suo percorso è costellato di innumerevoli esperienze e da una ricerca artistica instancabile. Prima la ceramica e il vetro, poi l’incisione, che dagli anni Ottanta ha segnato una svolta fondamentale nella sua carriera. Ha inizio infatti uno studio progressivo della superficie incisa, che approda all’utilizzo della carta fatta a mano al fine di creare vere e proprie stampe ad alto rilievo, modellando un unico foglio. Il processo si sviluppa tramite la cura nella preparazione della pasta di cotone e l’invenzione personale dei più svariati mezzi per realizzare le matrici, in alcuni casi singolari opere d’ingegno. Ne risulta una produzione raffinata, dominata dal bianco scultoreo dei rilievi, che sposano classicità canoviana e design contemporaneo. Le ampie possibilità offerte dalla carta artigianale lo hanno condotto a sperimentare diversi livelli artistici, grazie a cui, non ultimo, è giunto l’invito a partecipare al Festival de la Correspondence 2009, appuntamento annuale per la nazione francese con sede a Grignan, in Provenza, patria di Mme de Sévigné, alla cui memoria è dedicata la manifestazione. Per l’occasione è stata commissionata una collezione di opere dedicate a l’amour libertin a Venise, per celebrare la città lagunare in una delle sue rappresentazioni più diffuse nell’immaginario collettivo. In esse l’espressività scultorea del rilievo è valorizzata e sottolineata dalla decorazione a colori, che rende queste scene una preziosa testimonianza di storia e leggenda.

Lorena Zanusso

FERNANDO MASONE Galérie Incarnat, rue Saint Louis, Grignan (Provence) 1 giugno – 30 settembre 2010 www.cartavenezia.it

2.

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1. “Finalmente soli” 2. “Casanova” 3. “L’attesa”

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ARTISTI EMERGENTI

SILVIA SIMIONATO Arte è vita!

1. “L’ape”

2. “Trasparenze”

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3. “Eva”

Nata a Castelfranco Veneto nel 1978 manifesta una gran passione per il disegno. Si dedica alla storia dell’arte nel periodo del liceo e intanto sperimenta varie tecniche quali olio, tempera, acrilico, matite colorate e carboncino, tecnica quest’ultima che predilige per i suoi ritratti. Si iscrive presto ai corsi di pittura che la avvicinano ai grandi maestri quali Nino Riondato e Giuseppe Siccardi. E’ da quest’ultimo artista che impara lo stile iperrealistico che tuttora predilige. Conosce varie associazioni artistiche quali “Mosaico” a Mestrino, “Liberamente arte” a Galliera Veneta, “I pittori resanesi” a Resana e “Associazione ASAV” a Vedelago. Queste esperienze le permettono di partecipare a collettive ed estemporanee in vari punti di bellezze paesaggistiche venete. Arrivano i primi diplomi di merito e segnalazioni in vari concorsi artistici a Castelfranco Veneto, Ponzano Veneto, Loreggia e Fontaniva. Pubblicata su varie riviste artistiche quali “Boè” ed “Elite”, riceve interessanti critiche dal Prof. Flavio Di Gregorio che la inserisce all’Accademia di Santa Sara di Alessandria, da cui riceve il “1° Premio città di Alessandria” - arti figurative nel 2008 e la Nomina di “Maestro d’arte”, sempre nello stesso anno. Approda nella fascinosa Villa Corner di Covasagra di Vedelago con una collettiva che riunisce musicisti e pittori, e riceve una meticolosa critica dalla prof. Maria Carla Prevedello. La prima mostra personale arriva dalla città di Castelfranco da maggio a settembre 2008 alla libreria “Costeniero”, dove a presentarla è la prof. Maria Cristina Leardini. Partecipa a varie manifestazioni artistiche con l’Associazione “Arte e Natura” ai colli asolani ed espone nel dicembre 2008 alla “Mostra Internazionale dei presepi” a San Marco di Resana. La sua esperienza arriva a Vicenza, città d’arte, dove nell’ottobre del 2009 si trova ad esporre i suoi quadri alla galleria d’arte “Scaletta 62”. Quì riceve un’incantevole critica dalla prof. Luciana Peretto. Nel Febbraio 2010 partecipa al Gran-Prix International - Rembrandt 2010” e dall’accademia internazionale “Il Marzocco” di Firenze riceve un parchemin di attestazione. Nella pittura trova un magico modo di esprimere se stessa e soprattutto le emozioni che fanno parte della sua vita. Imprime i suoi ricordi fotografici nei colori e nei particolareggiati dettagli che spesso si concentrano in un solo soggetto riassuntivo del momento vissuto. Per lei l’Arte è vita! Contatti: Silvia Simionato - Via Postumia 67 - San Biagio di Callalta (TV) e-mail: sivi78@libero.it


FRANCO PIN L’arte che guarda la vita I dipinti di Franco Pin sono “segnati”, graffiati, come lo è stato ed è il suo modo di vivere. Catapultato precocemente nel mondo del lavoro operaio e dove l’amore a pochi denari sfilava sotto gli occhi di un ragazzo degli anni Cinquanta, le domande sul senso dell’esistenza hanno fatto irruzione molto presto nel suo immaginario. Radicale, senza mezze misure, se non quelle necessarie per permettere anche all’immaginario dell’osservatore di aprirsi per dialogare con il suo, per sintonia o per contrasto. Le figure grandi, grigie e simboliche, ma che vogliono a tutti i costi mantenere un contatto con la tradizione mimetica, perché garanzia di concreta verità, sono paradigmi dei comportamenti, osservati nei loro contesti specifici e contemporaneamente astratti sul teatro della tela: l’uomo e la sua dignità, come premessa alle diverse occupazioni materiali nelle quali corre il pericolo di identificarsi, annullando se stesso; la donna, amante e madre, ma anche musa e dea a cui la natura ha concesso di tessere o spezzare il filo della vita e dell’amore; la voce degli intellettuali, tramite la quale passano i processi di cambiamento della collettività, prima ancora che essa ne prenda coscienza. A metà del decennio appena trascorso, l’incontro con un gruppo di pittori a Barcellona segna un passo nella sua evoluzione artistica, che evolverà in un’anima parallela, coltivata simultaneamente. Dapprima abbacinato dal potere del colore iberico, lo trasfonde poi nella forme sue da sempre e nei contesti che le ospitano, i paesaggi naturali e urbani. I contorni severi iniziano a scomparire per lasciare spazio a forme più sintetiche, dove il confine tra esse diventa più labile e giustificato solo dalle reciproche presenze. Qui i temi classici trovano riposo, in una dimensione quasi superiore, dove si apre la ricerca delle regole su cui si basano le tensioni interiori che sembrano continuamente minacciare l’equilibrio nella quotidianità, concedendo loro di avere un senso, naturale e laico, al di là se stesse. Lorena Zanusso

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FRANCO PIN COLORI DEL FRIULI 28 maggio – 18 giugno 2010 Libreria Einaudi, via Vittorio Veneto 49, Udine www.francopin.it

1. 1. Astratto 2. La musa 3. Pasolini

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ARTISTI & ASSOCIAZIONI

SLADJANA MILOSANOVIC

“Esprimere i sogni”

1. “Hanssel e Gretel”

La pittrice Sladjana Milosanovic comunica ottimamente attraverso la tecnica dell’olio disteso sulla tela. I quadri di piccola dimensione sono assiduamente curati nella lavorazione. Il suo stile è immediatamente riconoscibile, vuoi per il colore, nell’amalgamento dei colori spicca il verde, vuoi per l’impronta naif che caratterizza la scelta di tale tendenza pittorica tradizionalmente legata alla cultura slava che Sladjana interpreta con gentile nitidezza, dando vita al proprio mondo interiore, ispiratore delle crezioni che la distinguono. Paesaggi lontani, con il verde brillante dei prati, la folta chioma degli alberi, i fiori dai colori accesi, la prodigiosa limpidezza del cielo: questa è la natura rappresentata da Sladjana confermata dalla pace e dal rispetto dei luoghi. Gli interni sono coerenti: rosa pesca alle pareri o celeste chiaro, tinte innocenti come i primi anni infantili, scuri e protetti dall’affetto famigliare. Quadri vivi di emozioni, di desideri giovanili, di gioie esistenziali, semplici e realizzabili, poetici, nella loro modesta essenzialità. Il messaggio conquista per la sua chiarezza, al di là della bella tecnica e della ragionata composizione. A cura della Prof.ssa Luciana Peretti.

2. “La natura morta”

Sladjana Milosanovic nasce il 24.04.1973 Kucevo (Serbia), residente a Resana (TV), diplomata in economia e commercio a Majdanpek (Serbia). Ha partecipato dal 2004 a numerose mostre collettive e premi artistici. Appartiene dal 2009 all’associazione multiculturale “No Profit Earth Soul”.

4. “Quando il mare si calma” 3. “Libertà”

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MONICA BIANCHI CURRICULUM VITAE Monica Bianchi nata a Camposampiero (PD) il 06/11/1976 Residente a Resana (T V) 31023 in Via Roma 3/b. Tel. 0423-1995873 Cell. 329 8476463 e-mail mallory76@gmail.com Diplomata nel 1995 in stilismo di moda presso IPSIA E.U.RUZZA di Camposampiero. Diplomata nel 1996 in modellismo e sviluppo taglie presso istituto CARLO SECOLI di Padova. Nel 2003 ho frequentato CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI con indirizzo storico-artistico presso l’Università CA’ FOSCARI. CONCORSI E MOSTRE COLLETTIVE Mostra collettiva presso SCALETTA 62 - 10/31 ottobre 2009 Concorso COMUNICULTURA presso Villa Parco Loredana a Casale sul Sile - ottobre 2008 Concorso NOE’ BORDIGNON in Piazza Serenissima a Castelfranco Veneto (anno 2003 – anno 2005 ) Concorso ANTONIO BARATELLA presso Municipio di Loreggia (anno 1999- anno 2006) DIPLOMA DI MERITO Noè Bordignon - 27 aprile 2003 DIPLOMA DI SEGNALAZIONE Noè Bordignon - 20 Marzo 2005 DIPLOMA DI SEGNALAZIONE Antonio Baratella - 29 ottobre 2006 Baratella Esposizione collettiva in occasione di SPREMUTA 2008 a Pagnano d’Asolo. Dal 1998 espongo in mostre collettive col gruppo dei pittori di Resana presso il Centro Culturale del nostro comune. Dal 2010 entro a far parte del circolo culturale EARTH SOUL di Vicenza Dal 09 maggio 2010 espongo i miei quadri presso l’ Antico Caffè Scrigni di Vicenza in quella che e’ la mia prima mostra personale. Ho frequentato dal 1997 al 2003 la scuola del maestro Angelo Gatto a Riese Pio X. Appassionata di arti figurative ho iniziato a disegnare fin da piccola cominciando col copiare dal vero e poi traendo immagini dalla mia fantasia Sono in particolar modo attratta dalla figura umana, nei suoi movimenti ed espressioni varie. Ritraggo spesso persone inconsapevoli dell’essere oggetto dei miei disegni, poiché, solo in tal modo posso meglio coglierne l’essenza e la naturalezza. Le mie tecniche preferite sono sempre state carboncino e china ma da un po’ mi sono avvicinata all’olio prediligendo come supporto le tavole di legno . Da cinque anni creo magliette personalizzate con frasi e disegni utilizzando i colori appositi. La base che preferisco è scura, più sovente nera sulla quale far esplodere prepotente il colore. Tra i pittori che più amo e mi ispirano: il Caravaggio, Vincent Van Gogh, Jan Vermeer, Gustav Klimt ed i rappresentanti del filone fauves . Accanto alla passione per l’arte figurativa c’è quella per la poesia (e per la scrittura in generale) e per la recitazione. Nel 2002 ho seguito un breve corso di recitazione a Loreggia ( PD ) Nel 2003 ho fatto parte di una compagnia amatoriale di Padova con la quale ho portato in scena letture, interpretate, di dialoghi tra le prostitute e gli uomini nella Venezia del ‘500. Successivamente ho studiato la parte della giovane cameriera Nancy nella pièce di LUCI A GAS dalla quale è stata tratta la pellicola, del 1938, GASLIGHT . «L’arte mi sembra essere soprattutto uno stato d’animo.» Marc Chagall 3. “Vaso di fiori”

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1. “Giovane Masai”

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2. “Ritratto”

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uarant’anni di lavoro nel campo del restauro architettonico fanno dell’azienda Pol-Color di Fara Vicentino una realtà altamente specializzata nei lavori di manutenzione e restauro di edifici civili e religiosi e di beni immobili sottoposti a tutela. Una lunga esperienza nel campo del restauro architettonico che ha portato, tra l’altro, alla realizzazione di numerosi restauri di edifici privati ma anche al recupero e alla valorizzazione di chiese e campanili in provincia di Vicenza. “Nel corso del 2009 abbiamo portato a termine diversi lavori in questo ambito - spiega Stefano Polga, titolare dell’azienda - . Nella chiesa di San Antonio Abate di Schio, ad esempio, abbiamo eseguito interventi interni di tinteggiatura delle pareti e dei soffitti con ripresa delle decorazioni esistenti e integrazione di elementi in foglie d’oro, oltre al restauro e al risanamento conservativo delle opere in pietra e degli affreschi. A Palazzo Sturm di Bassano del Grappa l’intervento ha riguardato il recupero del piano terra con la realizzazione dei soppalchi accessibili con scale. Le finiture interne sono stata realizzate con coccio pesto e rasato di calce per garantire le caratteristiche dell’edificio settecentesco. Nella chiesetta di Lourdes a Piovene Rocchette c’è stato un restauro e risanamento conservativo concernente la pulizia e il consolidamento dei capitelli e delle statue in pietra di Vicenza, oltre alla rivalutazione delle facciate esterne mediante stesura di marmorino e il rimaneggio e sistemazione della copertura. Ancora, nella chiesa di San Cristoforo a Villa di Molvena l’intervento di restauro degli interni

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ha riguardato la tinteggiature delle pareti e dei soffitti; il recupero delle vecchie decorazioni e degli affreschi esistenti; il risanamento conservativo dell’altare maggiore e degli altari laterali. Mentre per gli esterni si è provveduto al ripristino e alla rivalutazione della facciata principale e delle facciate laterali con applicazione di marmorino, oltre al restauro delle opere in pietra e dei vecchi serramenti in legno”. Pol Color è attualmente impegnata in altri lavori che riguardano edifici di culto del Vicentino. “Nella chiesa di San Giovanni Battista a Caldogno, ad esempio, l’intervento di restauro è complesso e articolato – prosegue Polga - . Ci sono gli interni, per i quali verranno rifatte le tinteggiature con il recupero e la riproposizione delle vecchie decorazioni, e il risanamento conservativo delle opere in pietra e in marmo. E ci sono gli esterni, per i quali il lavoro principale riguarderà il rifacimento delle copertura con la sostituzione delle vecchie travi in legno, e l’impermeabilizzazione delle copertura con sostituzione dei coppi in laterizio. Inoltre, tutta la struttura verrà rinforzata con l’ausilio di fasce in fibra di carbonio. Oltre a questo verranno ridipinte tutte le facciate esterne dell’edificio. Un’altra chiesa alla quale stiamo lavorando è quella di Santa Maria Assunta a Breganze, nella quale faremo la tinteggiatura delle facciate esterne con il restauro e il risanamento delle opere in pietra, e il rimaneggio delle copertura della navata nord della chiesa”. Pol Color è in possesso dell’attestazione SOA per le categorie OG1 classe III, OG2 classe III e per la categoria OS2 classe II, specifica nel restauro delle opere d’arte.

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1. 2. Nel corso del 2009-2010 la ditta può vantare la realizzazione di questi interventi: -Chiesetta di Lourdes in Piovene Rocchette (VI) intervento di restauro e risanamento conservativo concernente la pulizia e il consolidamento dei capitelli e delle statue in pietra di Vicenza, la rivalutazione delle facciate esterne mediante la stesura di marmorino e il rimaneggio e la sistemazione della copertura; -Parrocchia San Cristoforo Villa di Molvena (VI) intervento di restauro e risanamento conservativo degli interni e degli esterni concernente per gli interni la rivalutazione delle tinteggiature delle pareti e dei soffitti con il recupero e la riproposizione delle vecchie decorazioni, il recupero degli affreschi esistenti, il risanamento conservativo dell’altare maggiore e degli altari laterali; mentre per gli esterni si è provveduto al ripristino e alla rivalutazione della facciata principale e delle facciate laterale mediante stesura di marmorino compreso il restauro delle opere in pietra e dei vecchi serramenti in legno; -Parrocchia dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria di Calvene (VI) lavori di rivalutazione delle tinteggiature interne con il recupero e la riproposizione delle vecchie decorazioni con integrazione al fine di valorizzare l’ambiente di intersi e decorazioni in foglia d’oro, recupero e risanamento conservativo degli affreschi e delle opere in pietra e realizzazione di nuova pavimentazione in marmo simile all’esistente; -Chiesa Rettoriale di San Antonio Abete di Schio (VI) interventi interni di ritinteggiatura delle pareti e dei soffitti con ripresa e rivalorizzazione delle decorazioni esistenti con integrazione di elementi in foglie d’oro, restauro e risanamento conservativo delle opere in pietra e degli affreschi; -Palazzo Sturm di Bassano del Grappa (VI) l’intervento ha riguardato il recupero del piano terra con la realizzazione dei soppalchi accessibili con scale, le finiture interne sono stata realizzate con coccio pesto e rasato di calce al fine di garantire le caratteristiche del palazzo del Settecentetesco. Tutt’oggi la ditta sta eseguendo o è in fase d’inizio dei seguenti lavori: -Parrocchia di San Giovanni Battista in Caldogno (VI) l’intervento di restauro riguarderà sia gli interni per i quali verranno rivalorizzate le tinteggiature interne con il recupero e la riproposizione delle vecchie decorazioni, il recupero e il risanamento conservativo delle opere in pietre e in marmo che gli esterni in cui lavoro principale riguarderà il rifacimento delle copertura con la sostituzione delle vecchie travi in legno, l’impermeabilizzazione delle copertura e la sostituzione dei coppi in laterizio, inoltre tutta la struttura verrà rinforzata con l’ausilio di fasce in fibra di carbonio, oltre a questo verranno rivalorizzate tutte le facciate esterne; -Parrocchia Santa Maria Assunta di Breganze (VI) l’intervento di restauro riguarderà la ritinteggiatura delle facciate esterne con il restauro e il risanamento delle opere in pietre e il rimaneggio delle copertura della navata nord della Chiesa. “Attualmente l’azienda ha alle sue dipendente 16 addetti altamente specializzati nel restauro conservativo, ai quali viene data continua formazione sulle nuove metodologie di lavoro e sui nuovi prodotti – conclude il titolare - . La realizzazione dei lavori viene eseguita con l’utilizzo esclusivo delle nostre maestranze. Per la maggiore soddisfazione possibile della clientela, la ditta è in continua ricerca di nuove tecnologie e prodotti innovativi applicati, così da poter offrire al singolo cliente, sia privato che pubblico, la soluzione più adatta e idonea alle esigenze”.

3. 1. 2. 3. 4.

Pol Color ha sede in via Rialto 36 a Fara con telefono 0445/897048. 41


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PROBLEMI DI UDITO? Le soluzioni sono al Centro Sordità Elettrosonor

Il Centro Sordità Elettrosonor da oltre 35 anni è il punto di riferimento per coloro che hanno problemi di udito. La qualità dell’inconfondibile marchio delle case produttrici, unita alla straordinaria gamma di servizi “su misura”, pone il Centro Sordità Elettrosonor in una posizione al vertice nel mondo degli apparecchi acustici. Professionalità e competenza del personale, efficienza e rapidità nell’assistenza, capacità e trasparenza nei rapporti con gli utenti, hanno consolidato nel tempo un vero e proprio “stile”, a completo vantaggio di chi si rivolge con fiducia al Centro Sordità Elettrosonor. L’applicazione degli apparecchi acustici è affidata a personale altamente specializzato che saprà consigliarLe la miglior soluzione per sentire meglio. La perdita dell’udito è un problema che riguarda oltre il 10% della popolazione mondiale. Il 40% di queste persone non è cosciente del problema, oppure non vuole affrontarlo. Ciò significa perdersi una parte importante della vita sociale e familiare. Trascurare l’udito può portare alla riduzione della memoria e degli stimoli intellettivi, deteriorando precocemente le funzioni cognitive.

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Vicenza Str. Cà Balbi, 320 Bertesinella - Tel. 0444 911244 Montecchio Maggiore (VI) L.go V. Boschetti, 17 - Tel. 0444 499913 Bassano del Grappa (VI) Via Scalabrini, 47 - Tel. 0424 529034 Santorso (VI) Via Ognibene dei Bonisolo, 29 - Tel. 0445 540678 Rubano (PD) Via A. Rossi, 24 - Tel. 049 635600 www.elettrosonor.it


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